Il gioco è una cosa seria

Quando vediamo bambini che costruiscono case con i dadi di legno, che giocano con gli aeroplani, che imparano a saltare alla corda, siamo propensi a credere, nella nostra mente confusa di adulti, che questi siano soltanto divertimenti del tutto diversi dalle occupazioni serie, come andare a scuola, fare i compiti o andare al lavoro.

Il neonato che si passa un sonaglio da una mano all'altra o che impara a scendere i gradini con le mani e con i piedi, il bimbo che spinge un pezzo di legno lungo una fessura del pavimento, giocando al treno, LAVORANO SODO ED IMPARANO A STARE AL MONDO. Si addestrano ad un futuro lavoro proficuo, proprio come lo studente di liceo studia la geometria. Il bambino ama il suo gioco non perché sia facile, ma proprio perché è difficile. Ora per ora, giorno per giorno, egli si sforza di superare compiti sempre più ardui e di fare tutto ciò che i ragazzi più grandi e gli adulti compiono.

I genitori di un bambino di un anno si lamentano che egli si stanca presto dei dadi di legno e che vuole soltanto mettere insieme pentole e tegami. La ragione è che egli sa già che i genitori giocano con le pentole e con i tegami e non con i dadi. Ciò rende più divertenti i tegami e le pentole. È proprio questo il motivo per cui i bambini di un anno rimangono affascinati dagli oggetti che utilizzano i loro genitori.

Il gioco del neonato

Siate buoni compagni per vostro figlio

Siate tranquilli e socievoli col vostro bimbo, quando state con lui. Egli acquista la sensazione di ciò che voi significare per lui mentre lo nutrire, gli fate il bagno, lo vestite, gli cambiate i pannolini, lo tenete in braccio o state semplicemente seduti nella stanza con lui. Quando lo abbracciare e gli fate i complimenti, quando gli dimostrate di considerarlo il bambino più meraviglioso del mondo, fate crescere la sua mente come il latte fa crescere le sue ossa. Ecco perché noi adulti istintivamente parliamo il linguaggio infantile e dondoliamo la testa, quando salutiamo un bambino, anche se siamo per educazione, dignitosi o riservati.

Un inconveniente dei genitori senza esperienza è che ogni tanto prendono le cose così seriamente da dimenticarsi di goderne. Allora voi e il bambino perdete qualcosa di bello.

Non è necessario che dobbiate parlargli in continuazione quando è sveglio, o sempre fargli il solletico o fargli fare le capriole. Ciò lo stancherebbe e alla fine lo renderebbe nervoso. Potete stare tranquilli quasi tutto il tempo che passate con lui. Per lui e per voi ci vuole un genere di compagnia calma e gentile. È la sensazione piacevole che passa nelle vostre braccia quando lo tenete, l’amorosa e serena espressione del vostro viso quando lo guardate, e il tono della vostra voce.

Fate compagnia ai vostri bimbi senza viziarli

Sebbene sia giusto per un bimbo o una bimba, quando gioca, essere vicino ai genitori o agli eventuali fratellini o sorelline, così che possa vederli, cercare di comunicare con loro, sentirli parlare, imparare un giochino ogni tanto da uno di loro, non è invece assolutamente necessario né consigliabile che stia in braccio o in grembo ai genitori tutto il tempo. Non è neppure il caso che il padre o la madre lo facciano sempre giocare. Spesso dei neogenitori si divertono moltissimo a tenere in braccio il neonato e a giocare con lui gran parte del tempo quando è sveglio, tanto che alla fine egli sarà abituato a essere trattato così e pretenderà sempre di più.

Il bimbo invece deve imparare a stare in compagnia con i genitori ma allo stesso tempo deve anche imparare ad occupare il proprio tempo senza bisogno di qualcuno che lo faccia divertire continuamente.

Cose da guardare e con cui giocare

I neonati col tempo cominciano a svegliarsi sempre più presto, specialmente dopo il sonno del pomeriggio, e vogliono un po’ di compagnia o essere distratti. A 2, 3 e 4 mesi si divertono a guardare gli oggetti dai colori vivaci e le cose che si muovono. Quando sono all’aperto, guardano le foglie e le ombre. In casa osservano le proprie manine e i quadretti appesi alle pareti. Potete appendere alla culla giocattoli di plastica colorata, alla portata del loro braccio, oppure oggetti di uso comune (cucchiai, bicchieri di plastica, pentolini). Potete costruire voi stessi questi tipi di giochini mobili con del cartone ricoperto di carta colorata. Li potete poi appendere al soffitto o al lampadario e essi si muoveranno al minimo soffio.

Ricordate che il bambino mette tutto in bocca, specialmente dopo i 6 - 7 mesi: oggettini di plastica legati assieme, sonagli, anelli di gomma per i denti, animali e bambole di pezza. Non date al bambino oggetti dipinti (con vernici contenenti piombo), né giocattoli di celluloide che mastica e rompe in piccoli pezzi, né perline di vetro che può inghiottire. Togliete i fischietti di metallo dagli animali di gomma.

Quando è stanco di stare nel lettino, mettetelo nel box vicino a voi. Dovete però abituarlo già a tre quattro mesi, ad andare in esplorazione a gattoni altrimenti considererà il box una prigione. Dentro, starà seduto e striscerà divertendosi a raggiungere oggetti poco distanti; quando si sarà annoiato, fatelo sedere su un dondolo o su un seggiolone. Quando comincerà a essere capace di stare seduto e di camminare a carponi, si divertirà ad andare a caccia di oggetti che non si trovano molto distanti dai suoi piedi e possibilmente oggetti un po’ grandini, come cucchiai da cucina, pentole e colini.

Uso del box

È consigliato per delle ragioni puramente pratiche, perché, in effetti, può essere di grande aiuto per le mamme che hanno molto da fare, purché si incominci a usarlo quando il bimbo è ancora piccolo, non oltre i tre mesi. Se è montato nel tinello o in cucina dove la mamma lavora, gli offre la compagnia che non potrebbe avere nella sua stanza e la possibilità di vedere tutto ciò che accade. Più tardi si divertirà per ore a mettere i giocattoli fuori sul pavimento e a riprenderli dentro di nuovo. Quando è grande abbastanza da star in piedi, il recinto gli offre una ringhiera a cui attaccarsi e una base solida sotto i piedi. Nella buona stagione può sedere sano e salvo nel suo recinto all’aperto e osservare il mondo. Meglio del recinto in legno è quello in rete, perché più leggero da trasportare.

Anche se sono contenti di stare nel box, questa non è però una buona ragione per tenerceli sempre; i bimbi, infatti, devono avere dei momenti in cui possono andare in giro a carponi ad esplorare ciò che li circonda, sotto l’occhio attento dei genitori, naturalmente.

Di tanto in tanto, ogni una o due ore, qualcuno dovrebbe però giocare con loro, carezzarli e coccolarli, prenderli in braccio e portarli un po’ in giro. Se i genitori sono occupati, qualcun altro dovrebbe farlo. Verso i 12, 15, 18 mesi i bimbi cominciano a sopportare sempre meno il box.

Dondoli e girelli

Sono utili quando i bambini sanno star seduti ben ritti, ma non hanno ancora imparato a camminare. Sia il dondolo che il girello li faranno star contenti per un bel po’, daranno loro la possibilità di muoversi senza combinare troppi pasticci e senza farsi del male, come senz’altro succederebbe se andassero in giro a carponi.

Nel caso in cui decidete di utilizzarli, non dovete tenere i bimbi nel girello o nel dondolo per tutto il tempo che sono svegli, perché hanno bisogno di fare altre cose: per esempio, esplorare andando a carponi, stare in piedi e cercare di camminare. Alcuni pediatri, ortopedici e terapisti si oppongono all’uso del girello, soprattutto se il bimbo ha la tendenza a girare i piedini o troppo in dentro o troppo in fuori. Chiedete un consiglio al vostro pediatra.

Vi sono vari tipi di dondoli: poltroncine dotate di un sostegno - altalena, da usare in casa o fuori, dondoli che si possono applicare a qualsiasi stipite un po’ sporgente, dondoli a cui basta imprimere un piccolo movimento per farli saltare e dondolare. Controllateli per vedere se non presentino dei pericoli per i vostri bimbi.

I giocattoli semplici sono i migliori

Di solito i bambini amano di più i giocattoli semplici, con cui giocano più a lungo. Questo non perché i bambini siano semplici, ma perché hanno tanta immaginazione. Esistono due tipi molto diversi di trenini. Uno è di metallo dipinto tal quale un treno vero, ed è fatto per correre su un binario. L'altro è fatto di semplici blocchetti di legno piatto, che si uniscono facilmente tra loro. Tutto ciò che il bambino piccolo sa fare col trenino che sembra un treno vero, è di spingere un vagone sul pavimento. È troppo difficile mettere i vagoni sul binario o agganciarli insieme. Non sa neppure mettere altre cose nel vagone dei passeggeri. Si stanca quasi subito. I vagoncini di legno sono diversi. Egli può unirli in fila tutti insieme e ammirare il suo lungo trenino. Due fanno un carro col rimorchio. Può formare una fila di blocchetti e chiamarla treno merci e fare le consegne. Quando è stanco della terraferma, i blocchetti diventano barche o una fila di barconi col rimorchiatore. Può continuare così all'infinito.

Qualche genitore con poco denaro da spendere si rattrista, perché non può comprare una lucente automobilina a pedali o un teatrino. Ma, pensate che cosa può fare un bambino con una scatola da imballaggio. Di volta in volta può essere una casa, un letto, un camion, un carro armato, un fortino, la casa della bambola o l'autorimessa. Non prendete però questo suggerimento così sul serio da non comprare mai a vostro figlio un giocattolo veramente bello. Verrà il momento in cui desidererà con tutto il cuore un triciclo, e voi finirete col comprarglielo, se potete. In pratica si vuole intendere che prima vengono le cose semplici.

Acquistate i giocattoli più belli quando potete affrontarne la spesa e quando vedete che il bambino li apprezza veramente.

Il bambino, che ancora non sa usare le proprie manine, ama gli oggetti dai colori vivaci che stanno appesi ai bordi del suo letto e che si muovono lievemente ad un leggero tocco. Nel secondo semestre di vita, ama gli oggetti da maneggiare, da agitare e da masticare, come i nuovi balocchi di plastica (i piccoli anelli attaccati a un anello grosso, per esempio). Non c'è pericolo che la vernice stinga, né che si formino schegge, come per i giocattoli di celluloide.

Verso l’anno o l'anno e mezzo, il bambino ha la passione di mettere un oggetto dentro l'altro e di spingerlo o tirarlo intorno. Il pezzo di legno che corre su quattro ruote e ha dei buchi per i ganci è il preferito, ma una semplice scatola con una cordicella è altrettanto bella. In realtà lo spingere viene prima del tirare, ed ecco perché la sedia a rotelle, spinta avanti e indietro, è così divertente. I dadi di legno vuoti internamente non interessano il bambino allo stesso modo come le pentole, i tegami e i cucchiai. Le bambole di pezza e gli animali di peluche sono preferiti da alcuni bambini per tutta l'infanzia. Altri non vi trovano nessun gusto.

Quando il bambino si avvicina ai due anni, si interessa di più ad imitare. Dapprima copia le cose immediate che fanno il papà e la mamma, come spazzare, lavare i piatti e farsi la barba. Dopo i due anni, la sua immaginazione diventa più creativa. Questo è il periodo delle bambole e dei mobiletti, delle automobili e degli autocarri e soprattutto dei dadi di legno. I dadi messi l’uno sopra l'altro sono il grattacielo, l'uno accanto all'altro fanno il treno. Possono venir disposti sul pavimento a formare una casa o una barca e così via. Una scatola di dadi vale dieci giocattoli per qualsiasi bambino fino a sette e anche otto anni.

Lasciate giocare i bambini a loro modo

Un adulto che gioca coi bambini spesso ha la tendenza a rendere il gioco troppo complicato. Un genitore che ha comprato alla figlioletta una bambola con un intero guardaroba di vestiti, vorrebbe vestirla cominciando dalla sottoveste. Ma, la bambina vorrà cominciare invece col paltoncino rosso (Cappotto per bambino). Una mamma compera alla sua bimba malata una scatola di pastelli e un libro di figure da colorare. La bimba afferra un pastello arancione e lo frega avanti e indietro sulla pagina, senza cercare di rimanere entro i margini e senza preoccuparsi se adopera l'arancione per il cielo e l'erba. È difficile per un genitore non dire: “Oh, non così. Vedi, devi fare così”. Oppure un papà che non ha mai avuto la possibilità di giocare molto con i trenini, ne regala un intero assortimento al suo bimbo di tre anni per Natale. Il papà non vede l'ora di cominciare il gioco. Accosta i binari l'uno all'altro. Ma il bambino ha afferrato uno dei vagoni e l’ha lanciato attraverso la stanza contro la parete: “No, no”, dice il padre, “metti il vagone sul binario in questo modo”. Il bambino dà una spinta al vagone sul binario e questo esce dalla curva. “No, no”, dice il padre. “Devi caricare la locomotiva e lasciare che la macchina tiri il vagone.” Ma, il poverino non ha la forza di caricare la locomotiva né di mettere i vagoni sul binario. Non bada ancora al realismo, lui. Dopo che il papà si è impazientito con lui per un quarto d'ora, egli prova una forte antipatia per i treni di latta e va in giro a vedere se può far qualcosa che gli piace di più.

Il bambino si interesserà a vestir bene le bambole, a colorare con le matite, a giocare coi trenini in modo realistico, secondo le varie fasi del suo sviluppo. Non potete spingere vostro figlio a fare in fretta. Quando tentate, gli fate soltanto sentire la sua inferiorità. Ciò gli fa più male che bene. Vostro figlio sarà felice che giochiate con lui, se siete disposti a giocare a modo suo. Lasciate che lui vi mostri. Aiutatelo, se ve lo chiede. Se gli avete comprato un giocattolo troppo complicato, lasciateglielo adoperare male alla sua maniera, oppure nascondeteglielo con molto tatto fino a quando sarà più grande.

La generosità non si può forzare

Quando i bambini incominciano a giocare fra loro, ad un anno e mezzo, due anni e due anni e mezzo, è facile che si strappino gli oggetti l'uno con l'altro senza molte cerimonie. Il bambino piccolo che ha un giocattolo non vi rinuncia mai per essere gentile. O si aggrappa all’oggetto come se fosse questione di vita o di morte, magari picchiando l’aggressore, oppure vi rinunzia molto a malincuore. I genitori, quando vedono queste cose, inorridiscono.

Se vostra figlia, verso i 2 anni, sembra quella che arraffa sempre, non significa che diventerà una prepotente. È troppo piccola per provare qualche sentimento per gli altri. Lasciate che afferri pure. Se lo fa continuamente, sarà utile lasciarla giocare con bambini più grandi di lei, i quali sapranno difendere i loro diritti. Se tormenta sempre un dato bambino, meglio tenerla lontano dalla vittima per un po' di tempo. Se vostra figlia picchia un compagno o lo guarda come se meditasse una strage, tiratela via in modo deciso e interessatela a qualche altro gioco. È meglio non attirare su di lei la vergogna: ciò servirebbe soltanto a darle un senso di abbandono e quindi di renderla più aggressiva.

Se un bambino continua ad essere troppo aggressivo quando ha 3 anni o più, e sembra che non impari nulla dal gioco in collaborazione, è il momento di prendere in esame il suo adattamento in casa. È in questi primi e meno gravi problemi (nel caso in cui dovessero persistere) che un buono specialista (Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, brevemente chiamato Neuropsicomotricista) può aiutare genitori e bambini ad adottare le giuste strategie per controllare e risolvere le inadeguate manifestazioni.

Se vostra figlia a due anni non rinuncia a ciò che è suo, si comporta normalmente per la sua età. Giungerà alla generosità gradatamente, quando la sua mente si svilupperà e imparerà a divertirsi con gli altri bambini e ad amarli. Se la costringete a cedere il suo adorato carrettino ogni volta che un altro bambino lo desidera, le darete soltanto la sensazione che tutto il mondo sia d’accordo per portarle via le sue cose: non soltanto i bambini, ma anche gli adulti. Ciò la renderà ancora più possessiva. Quando una bimba raggiunge la fase in cui comincia a divertirsi a giocare con gli altri, verso i tre anni, potete aiutarla a rendere un gioco anche la suddivisione e quindi a rispettare i turni: “Prima tocca a Nino tirare il carretto e Caterina vi monta sopra. Poi Caterina tirerà il carretto e tocca a Nino montarvi sopra.”. Ciò renderà la compartecipazione e quindi la cooperazione, un divertimento, invece di un dovere spiacevole.

Quasi tutti i bambini trarrebbero vantaggio dallo stare con i coetanei tra l’uno e i tre anni

È un’esperienza particolarmente preziosa per il figlio unico, per il bambino che non ha molte occasioni di giocare con altri bimbi o che vive in un piccolo appartamento, oppure per quei bimbi che i genitori trovano difficili da “trattare”, per una ragione o per l’altra. Ogni bambino verso i 3 anni ha bisogno di stare con bambini della sua età, non soltanto per divertirsi con loro, ma anche per imparare ad andare d’accordo con loro. Questa è l’impresa più importante della sua vita. I bambini hanno inoltre bisogno di spazio per correre e gridare, di attrezzature su cui arrampicarsi, di dadi, di scatole, di pezzi di legno per costruire, di treni e di bambole con cui giocare. Hanno bisogno di imparare come andare d’accordo con adulti che non siano i loro genitori. Pochi bambini al giorno d’oggi possono godere di tutti questi vantaggi in casa loro. Una buona assistenza per i propri figli è assolutamente essenziale, sia per i genitori sia per i bimbi, in quelle famiglie, il cui numero aumenta ogni giorno, in cui sia il padre che la madre lavorano fuori casa.