Negli ultimi cinquant'anni sono stati dedicati alla psicologia infantile moltissimi studi da parte di Pedagogista, Psicanalisti, Neuropsichiatri infantili, psicologi, Psichiatri e altri professionisti. I giornali li hanno pubblicati e abbiamo così imparato una quantità di cose:
- che i bambini hanno bisogno soprattutto dell'affetto dei genitori;
- che molti ragazzi affetti da disturbi del comportamento (specifico) hanno sofferto di mancanza di affetto e non di mancanza di punizioni;
- che essi desiderano apprendere, se l’insegnamento è alla loro portata e gli insegnanti sono ben preparati;
- che la gelosia tra fratelli e l’irritazione occasionale verso i genitori sono sentimenti naturali di cui non ci si deve vergognare;
- che è normale che il bambino si interessi a taluni aspetti sessuali;
- che i pensieri inconsci sono altrettanto importanti quanto quelli consci;
- che ogni bambino è un individuo e va trattato come tale.
Queste affermazioni sono note a tutti oggi, ma a suo tempo lasciarono perplessi, in quanto molte di esse andavano contro convinzioni ben radicate. I genitori più equilibrati, che hanno avuto un’infanzia felice, sono rimasti poco sorpresi; le nuove idee li hanno interessati, sì, ma quando si è trattato di educare i propri figli lo hanno fatto seguendo i principi secondo i quali loro stessi erano stati cresciuti. E il risultato è stato ottimo.
I genitori che sono stati più sconvolti da queste nuove idee sono di solito quelli che hanno avuto rapporti difficili con i propri genitori e ne hanno tratto risentimenti e senso di colpevolezza. Essi vogliono quindi evitare che i loro figli crescano allo stesso modo: hanno accolto le nuove teorie portandole alle estreme conseguenze e interpretandole in modo errato, per esempio, la teoria che l'amore è l'unica cosa di cui i bambini hanno bisogno, che non sono nati per ubbidire, che a loro è concesso avere sentimenti aggressivi verso i genitori e verso gli altri, che qualsiasi cosa succeda è sempre colpa dei genitori, che questi non devono né arrabbiarsi né punirli, quando si comportano male, ma amarli ancora di più. Tutte queste idee sbagliate si rivelano inattuabili nella vita di tutti i giorni, soprattutto se portate all'estremo, perché incoraggiano i bambini a diventare esigenti e antipatici. Come conseguenza essi finiranno poi per sentirsi colpevoli a causa del loro comportamento. I genitori, per seguire le loro idee, si sentiranno in dovere di agire con una pazienza sovrumana quando i loro figli si comportano male. Ci riusciranno per un po', ma alla fine esploderanno e questo li farà sentire sconvolti e colpevoli; il risultato sarà che i figli si comporteranno ancora peggio.
Anche genitori molto gentili e educati permettono ai figli di essere antipatici e noiosi con tutti; pare quasi che non si accorgano di ciò che accade. Alcune situazioni rivelano che questi genitori furono sempre costretti, da bambini, a essere troppo buoni e a sopportare il proprio naturale risentimento; ora, con la scusa di seguire le teorie più moderne in tema di educazione, traggono un piacere sottile nel permettere che i figli lascino prorompere tutta la cattiveria che essi dovettero chiudere dentro di sé.
I genitori con le idee educative confuse
I genitori confusi appartengono spesso a due categorie: la prima è di coloro che sono stati educati con pochissima fiducia nel proprio buon senso. Se non si ha il coraggio di avere fiducia in se stessi, si è destinati, volenti o nolenti, a seguire ciò che dicono gli altri. Alla seconda categoria appartengono quei genitori che pensano di essere stati allevati troppo severamente Essi ricordano il risentimento che avevano provato, a loro tempo, verso i genitori, e non desiderano che i loro figli provino medesimi sentimenti verso di loro. Se volete educare i vostri bambini così come voi lo siete stati, avete un ben preciso modello da seguire. Sapete esattamente come desiderate crescano, ubbidienti, servizievoli, educati; non avete bisogno di fermarvi a pensare. Se volete trattarli anche soltanto un po' differentemente da quanto voi stessi siete stati a suo tempo trattati, con più dolcezza, per esempio, o più cameratismo, non avete invece alcun modello su cui basarvi. Se le cose vi sfuggono di mano, se il vostro bambino approfitta della vostra arrendevolezza, è difficile trovare il modo di tornare sui vostri passi.
Se vi fa diventare furiosi, pazienza, ma la sensazione di colpevolezza vi porterà per paura ad assumere un atteggiamento che avevate deciso di non adottare.
Tutti noi, da neogenitori, cominciamo in parte accettando e in parte rifiutando i metodi usati a loro volta dai nostri stessi genitori. Si arriva poi, in genere, a un compromesso che funziona abbastanza bene.
Attenetevi alle vostre convinzioni
I bravi genitori, che tendono naturalmente alla severità, debbano attenersi ai loro principi nell'educare i figli. Una moderata severità, che esiga buone maniere, ubbidienza pronta, pulizia, non fa male ai bambini, se i genitori sono gentili e comprensivi e se i bambini crescono felici e socievoli. Ma la severità è dannosa se i genitori sono troppo autoritari, duri, mai contenti e se non tengono in nessun conto l'età del bambino o della bambina, oppure il loro particolare carattere e i loro particolari problemi. Questo tipo di severità ha come risultato che i bambini sono o troppo remissivi e senza personalità, oppure meschini e cattivi verso gli altri.
I genitori, invece, che propendono per un tipo di educazione più disinvolto, che non tengono eccessivamente alle buone maniere, purché il comportamento dei loro bambini sia aperto e socievole, che non sono particolarmente rigidi riguardo, per esempio, l'ubbidienza e la pulizia, possono anche allevare dei bambini buoni e rispettosi, purché non abbiano paura a mostrarsi severi e di polso fermo su alcuni punti che a loro sembrano importanti. Quando dei genitori ottengono dei risultati negativi per troppa arrendevolezza, non è tanto perché pretendono troppo poco, anche se questo è parte del problema. La causa è da cercarsi piuttosto nel fatto che questi genitori sono timorosi o si sentono colpevoli per quello che chiedono ai loro figli, e di conseguenza li incoraggiano inconsciamente a spadroneggiare.
Perché abbiamo bisogno di bambini con ideali?
I bambini educati con intenti idealistici avranno moltissime occasioni per improntare la loro condotta nella vita a questi ideali. Vi sono gravissimi e grandissimi problemi nel nostro paese e nel mondo. Con la nostra fiducia nell'iniziativa e nel benessere materiale siamo giunti a realizzare dei veri miracoli tecnologici. Una volta soddisfatte le nostre esigenze materiali, è diventato sempre più imbarazzante e evidente che non abbiamo invece fatto nessun passo in avanti nel campo delle relazioni umane, nel raggiungimento di una serenità spirituale o della pace nel mondo. La percentuale di divorzi di crimini e di suicidi negli Stati Uniti è fra le più alte nel mondo. I nostri rapporti fra le varie razze sono crudelmente primitivi: una vergogna per un paese che si vanta di credere nella libertà, nell'uguaglianza e in Dio.
Abbiamo ancora aree di miseria e di depressione nel nostro paese, abbiamo problemi .che potrebbero trovare una soluzione abbastanza rapida se avessimo l'abitudine di affrontare le nostre responsabilità. Molti soldi vengono spesi per convincerci a comperare delle automobili con potenza cinque volte superiore a quella di cui abbiamo bisogno oppure a comperare delle sigarette che causano il cancro. Siamo in grado di produrre cibi con straordinaria efficienza, ma, di proposito, teniamo bassa la produzione per equilibri economici interni, malgrado vi siano oggi nel mondo più persone affamate di quante ve ne siano mai state prima d'ora nella storia.
Possediamo una quantità enorme di armi, fra le più potenti che il mondo abbia mai conosciuto; nonostante ciò, siamo in imminente pericolo di essere annientati e non si vede una soluzione prossima a questo pericolo e perciò manca il senso di sicurezza. A causa della nostra potenza, stiamo interferendo arrogantemente nella politica di altre nazioni, risvegliando il risentimento mondiale. E ancora stiamo spendendo miliardi e miliardi ogni anno per la corsa allo spazio. La nostra unica, vera speranza, è di educare i nostri figli con l'idea che essi non sono al mondo solo per soddisfare le loro necessità e i loro desideri, ma soprattutto per essere utili agli altri esseri umani.
Questo compito dei genitori può iniziare molto presto. Ai bambini di nove mesi non si deve dare l'impressione che possono tirare i capelli alla madre o morsicarle le guance, devono invece capire che le debbono del rispetto. Tra l'età di uno e due anni si dovrebbe insegnare loro che non debbono rompere di proposito i loro giocattoli oppure metterli in disordine, sempre di proposito. All'età di due anni si può pretendere da loro che si diano da fare per raccogliere i loro giocattoli. All'età di tre anni si possono assegnar loro delle modeste mansioni casalinghe come, per esempio, preparare la tavola o svuotare i cestini della carta straccia, anche se tutto ciò non aiuterà sostanzialmente i genitori. Verso i sette o gli otto anni, dovrebbero essere in grado di fare ogni giorno qualche lavoro utile in casa.
Durante le conversazioni familiari, i bambini dovrebbero aver modo di ascoltare: e rendersi conto così che i loro genitori si preoccupano dei problemi che concernono la comunità, la nazione e il mondo, che anzi contribuiscono personalmente alla soluzione di alcuni problemi, partecipando direttamente a comitati di zona o facendo parte di gruppi che s'interessano di vari problemi.
A scuola i bambini dovrebbero studiare non solo i fatti gloriosi del loro paese, ma anche gli errori e le mancanze commesse dal loro paese. Le scuole dovrebbero avere studenti di varie razze e di diversa estrazione sociale e questo non solamente per un senso di giustizia nei confronti delle minoranze, ma soprattutto perché tutti i bambini possano imparare a apprezzarsi e a andare d'accordo.
Gli studenti delle scuole superiori e dell'università mentre studiano in vista delle loro future professioni o attività, dovrebbero anche dedicare parte del loro tempo a analizzare i problemi non risolti nei loro specifici campi d'interesse, problemi sia umani sia tecnici. Inoltre, i ragazzi e le ragazze, quando sono ancora studenti, dovrebbero fare lavoro volontario o anche pagato, per qualche ora al giorno, in qualche organizzazione dove possono aiutare persone che sono particolarmente bisognose; quindi discutere di questi problemi in classe, così da non avere un atteggiamento critico o condiscendente verso persone diverse da loro.
Come gli esseri umani acquisiscono le loro ambizioni?
Nel periodo dai tre ai sei anni i bambini maturano grazie al profondo affetto verso i genitori, che essi vedono non così come questi appaiono agli amici o ai vicini, bensì come dei genitori-eroi. Ne sopravvalutano la saggezza, il fascino e la forza fisica. Il ragazzo aspira a diventare come il padre che egli ha idealizzato e passa il suo tempo a imitarlo in quello che fa e come lo fa. Nello stesso tempo si sviluppa in lui un affetto forte e romantico verso la madre, che diventa per lui idolo e ideale femminino. Allo stesso modo, quando sarà cresciuto, essa lo influenzerà fortemente nella scelta di una moglie. Per la figlia avviene la stessa cosa, desidera essere come la madre, vuole dei bimbi e vuole occuparsi delle faccende domestiche e nutre per il padre un affetto romantico e possessivo.
Poiché in questa età i bambini sono consci di quanto l'amore dei genitori sia importante per essi, li amano molto. Da questo nascerà la loro dedizione futura verso i figli e il loro altruismo verso l'Umanità.
In questa stessa età avvengono altri sviluppi psicologici molto significativi. Sia femmine sia maschi sono affascinati dall'idea del matrimonio e dal poter avere dei bambini. È difficile convincere i maschi che sarà loro impossibile far crescere bambini nel loro grembo. La loro delusa rivalità verso le femmine su tale problema si ritiene sia una delle più decise risorse della compensativa facoltà creatrice del maschio in tutte le forme dell’ arte e delle scienze.
Nei disegni della natura, questo profondo affetto per i due genitori, sviluppati gli ideali del ragazzo e perfezionata la sua maturità, deve in seguito diminuire perché egli possa iniziare, fra i sei e i dodici anni, la sua evoluzione verso l'emancipazione dai genitori e il suo orientamento verso la comunità che lo circonda. Questo avviene per un cambiamento drammatico dei suoi sentimenti nei loro confronti.
L'affetto romantico verso il genitore del sesso opposto risveglia nel fanciullo sempre più spiacevoli sentimenti di rivalità verso il genitore dello stesso sesso. Ciò li costringe all'era di sei o sette anni, a soffocare, come fosse colpevole, il senso di possesso per il genitore prediletto, il fascino verso il matrimonio e verso il sesso opposto.
Idealizzano questi loro interessi in studi impersonali e astratti, come la matematica, le scienze, lo studio della natura. Rifiutano con impazienza entrambi i genitori, non li riconoscono più come i loro idoli, i quali sono ora Dio, l'autorità costituita, le leggi, gli eroi dei libri e della storia, i fumetti.
È affascinante rendersi conto che ciò che differenzia in modo sostanziale gli esseri umani dalle altre creature sono questi atteggiamenti, che si sviluppano ben presto, verso i cinque anni: inibizione e idealizzazione della sessualità, interesse per i simboli, le astrazioni, i sistemi e le regole, capacità di essere ispirati dagli eroi, da Dio e da ideali spirituali.
Queste caratteristiche prettamente umane si sviluppano dapprima dal tipo di affetto particolare che i bambini nutrono per ciascun genitore e poi dal fatto che debbono rinunciare a questo genere di romantico attaccamento a uno dei genitori per paura di rivalità con l'altro.
Gli squilibri ghiandolari dell'adolescenza spezzano questo periodo impersonale di adattamento, tipico della seconda infanzia. L'energia sessuale e affettiva del bimbo cerca di trovare ora qualche modo di esprimersi e gradatamente abbandona le vecchie inibizioni. Tuttavia, parte di questa è tenuta da parte, « di riserva », e è usata per aspirazioni di tipo idealistico, parte delle quali concernono ancora i genitori.
L'affetto romantico del ragazzo per la madre, soffocato, mascherato e reso evanescente per anni, ora si manifesta in mistero, spiritualità e cavalleria quando nasce il suo primo amore per una fanciulla, che lui vorrà proteggere, accontentare e idolatrare. Allo stesso modo, l'adorazione della ragazza per il padre ora si manifesta nel suo primo amore per un ragazzo che al padre in qualche modo assomigli. L'idealizzazione che gli esseri umani fanno del sesso opposto, e insieme l'innata energia creativa, sono le principali ispiratrici della creatività in vari campi: architettura, ingegneria, invenzioni tecniche, scoperte scientifiche, letteratura, teatro, musica e pittura.
Un classico esempio di questo è la Divina Commedia di Dante, che fu ispirata e dedicata a Beatrice, una donna che il poeta aveva solamente intravista e mai conosciuta. Vi è dunque una successione e un legame nello sviluppo spirituale dell'individuo: gli esseri umani possono creare una magnifica realtà nell'età adulta prendendo spunto da ciò che fu soltanto un sogno o un'illusione della prima infanzia, cioè la loro idealizzazione, piena d'affetto, di gioia, di fiducia, un po' ingenua e irreale, dei genitori.
Queste capacità sono molto sviluppate in pochi individui, moderatamente sviluppate in molti e per nulla in altri. Le possibilità di idealismo, creatività e spiritualità sono comunque latenti in tutti i bambini. Se saranno capaci di realizzarle, dipenderà molto dai loro genitori. All'età di tre o quattro anni tutti i bambini idealizzano al massimo i loro genitori. Se i genitori hanno degli ideali, se hanno rispetto per se stessi, l'uno verso l'altro e per i figli, allora i figli stessi continueranno a essere ispirati dal modello suggerito dai genitori e a seguirlo anche quando, più tardi, già ragazzi, daranno l'impressione di allontanarsene.
Se invece i genitori avranno interessi solo materiali, la valutazione che i figli faranno di loro gradualmente si ridimensionerà a questa modesta concezione di vita e essi non vorranno nemmeno provare a superare il livello dei loro genitori.
Viviamo in una civiltà disincantata, disillusa, che non ha più fiducia, non nelle cose, ma negli esseri umani
I genitori con una forte fede religiosa sono più fortunati, perché sostenuti da serenità e convinzione in tutti i loro quesiti psicologici, e normalmente la trasmettono integra ai figli. Mentre chi non ne ha è doppiamente in crisi oggi, perché non ha fede nemmeno nell'uomo.
Viviamo in una civiltà disincantata, disillusa, che non ha più fiducia, non nelle cose, ma negli esseri umani. Questo fatto è messo in rilievo dalla crescente tendenza, negli ultimi cinquant'anni, nei romanzi, nelle commedie e nei film a minimizzare i lati buoni e generosi degli esseri umani e a concentrarsi invece sul loro lato più primitivo e animale.
Gli usi e i costumi della vita sociale si sono involgariti, persino i cartoncini di auguri, invece di contenere frasi bene auguranti per i malati o per i parenti, li prendono in giro. L'arte raramente mostra delle figure piacevoli a vedersi, o non rappresenta per nulla la figura umana o la raffigura in modo mostruoso; molti giovani coltivano il disordine come se si vergognassero di essere uomini e alcuni si isolano del tutto dalla società.
Questa mancanza di ideali è causata in parte dai rapidi passi compiuti da varie scienze come la biologia, la psicologia e la sociologia, che sembrano aver messo l'accento sulla somiglianza della razza umana con gli animali, con la violenza dei loro istinti fondamentali e con la meccanicità dei loro modi di comportamento. Forse ancora più determinante è stato l'indebolimento dell'autorità religiosa nello spirito di molte persone, provocato dal predominio crescente delle scienze. Questo ha largamente contribuito a indebolire nelle persone la credenza di essere delle creature speciali, così come lo credevano prima, create a immagine di Dio.
Rendendosi conto che la descrizione biblica della creazione non può essere più presa alla lettera, molti hanno cominciato a chiedersi se gli insegnanti di religione avessero una base sufficientemente comprovata per dettare agli uomini un certo tipo di condotta e di intenti.
È probabile che questa mancanza di ideali a cui assistiamo oggi provenga da una falsa interpretazione della natura umana. Gli studi sull'evoluzione hanno dimostrato che noi siamo collegati agli altri animali della terra, ma siamo anche immensamente diversi da questi. Noi siamo idealisti nelle nostre aspirazioni, i nostri rapporti sono prevalentemente di tipo spirituale. La nostra capacità di ragionare in modo astratto ci ha dato la possibilità di scoprire molte cose sul significato dell'universo, abbiamo inventato macchine fantastiche, abbiamo creato la bellezza in tutte le forme d'arte. Tutto ciò è stato possibile grazie alle aspirazioni alimentate in noi, fin dalla prima infanzia, dall'affetto dei nostri genitori.
Sia che si possegga o no la fede religiosa, tuttavia si può credere nella forza e nell'importanza dell'amore, e nelle possibilità di fare del bene latenti negli esseri umani, se si è in grado di capire lo sviluppo spirituale del bambino.
Qual è il vostro intento nel crescere un bambino o una bambina?
L'educazione dei figli è sempre più problematica per i genitori di oggi perché abbiamo rifiutato, poiché superate, molte idee circa il tipo di morale, di ambizioni e di caratteristiche che noi vogliamo abbiano i nostri figli. Abbiamo perduto le nostre opinioni persino sulle finalità stesse dell'esistenza umana. Siamo invece più portati oggi a prestar fede alla psicologia e ai suoi principi che si sono rivelati utili per risolvere problemi minori, ma che non bastano a dare una risposta a quelli più importanti. Forse voi stessi non vi rendete conto di questi mutamenti, perché fate interamente parte di questi tempi o perché siete cresciuti in una famiglia particolarmente serena.
In altri paesi e in altre epoche
Un tempo e in molti paesi del mondo, lo scopo principale dell'umanità sulla terra era, prima ancora che quello di procurarsi di che vivere, quello di servire Dio, seguendo i suoi precetti così come essi erano stati rivelati dalla religione. Per questo, nel medioevo le chiese erano notevolmente gli edifici più grandi e imponenti e lo stesso poi avvenne in America durante il periodo coloniale. Ai bambini non passò mai per la testa che la loro vita fosse anche in funzione di loro stessi e delle loro esigenze, perché erano costantemente esortati a superare le loro inclinazioni naturali per diventare individui graditi agli occhi di Dio.
In altri paesi, soprattutto negli ultimi cento anni, agli individui fu insegnato che lo scopo principale dell'uomo era quello di servire il proprio paese. Questo si è in parte verificato in Francia sotto Napoleone, in Inghilterra e in Germania durante l'impero. Questo si verifica anche in alcuni stati moderni, non solo in quelli comunisti come l'Unione Sovietica, ma anche in quelli democratici come Israele.
Qui genitori e insegnanti sono perfettamente d'accordo con i leader della nazione sui valori e i principi che debbono venir maggiormente sottolineati nell'educare i bambini: spirito di collaborazione, amore per lo studio e accettazione assoluta di quei principi sui quali si regge la nazione. I genitori così non hanno bisogno di tormentarsi e di chiedersi se quello che stanno facendo è giusto.
In moltissime nazioni, invece, si è sempre pensato che i bambini nascevano e crescevano per servire i bisogni della famiglia o, come i sociologi la chiamano, « la grande famiglia », ovvero il clan. Durante l'infanzia e l’adolescenza essi devono prepararsi a un certo tipo di attività, da scegliere fra quelle considerate serie e importanti dalla stessa famiglia. Devono, come bambini e più tardi come adulti, essere deferenti verso i più anziani. In molti paesi, anche per sposarsi non possono seguire la scelta dettata dalle loro passioni, ma debbono accettare matrimoni combinati dai loro genitori al solo scopo di accrescere la fortuna e il benessere della famiglia.
Negli Stati Uniti: tutto è polarizzato sui figli
In America ben pochi bambini vengono cresciuti nella credenza che il loro principale scopo nella vita è di servire la famiglia, il loro paese o Dio. Generalmente diamo loro la sensazione di essere liberi di decidere quali sono gli scopi e le professioni da perseguire nella vita, secondo le loro inclinazioni. Nella maggioranza dei casi dobbiamo riconoscere che queste aspirazioni sono visualizzate molto fortemente in termini materiali. I genitori americani tendono a considerare i loro figli almeno altrettanto importanti quanto loro stessi, se non addirittura potenzialmente più importanti. Un antropologo inglese scrive che, mentre in altri paesi ai figli viene insegnato a giudicare i propri genitori come esseri superiori, qualunque sia la loro posizione nella società negli Stati Uniti succede una cosa ben diversa, e i genitori dicono invece ai loro figli: « Se non riuscite meglio di. quanto siamo riusciti noi nella vita, non vi stimeremo molto ». Questo significa capovolgere la prospettiva e ecco perché si dice ché l’America tende a polarizzare tutto sui figli.
In altri paesi i genitori giovani giungono a un equilibrio nelle aspirazioni e nei metodi, educando i figli secondo le tradizioni familiari, tenendosi vicini i nonni che li consigliano e li aiutano.
Queste situazioni di vita particolari sono rare in America. I nostri progenitori tendevano a abbandonare le loro case per affrontare l’ignoto. I discendenti sono stati ancora più inquieti spostandosi senza sosta di paese in paese alla ricerca di una dimora migliore, spesso allevando i figli migliaia di chilometri lontano dai loro parenti, vedendosi così costretti a valersi di consigli professionali, libri e nuove teorie che li aiutassero in questo compito.
Piccolo esempio di come questa polarizzazione sui figli, questo approccio psicologico, possa portare i genitori in gravi difficoltà se essi non sono sostenuti da un forte senso morale.
Litigi provocati dalla gelosia tra fratelli e sorelle sono tollerati molto più di quanto fosse consentito nelle generazioni precedenti. La psicologia afferma che la gelosia è un sentimento normale; se viene inibita con troppa severità, provocando un senso di colpevolezza eccessivo, può causare distorsioni nell'evoluzione della personalità. I genitori non devono tormentare i figli per ogni piccola cosa. Vi è una importante verità in queste idee. Ma se i genitori hanno allevato i loro figli con un amore eccessivo, senza tener conto dei diritti della famiglia o dell'etica della società, se al figlio geloso viene concesso, per esempio, di comportarsi meschinamente con il fratello o la sorella più giovane, questo provoca un continuo disagio in famiglia e il ragazzo o la ragazza finirà comunque per sentirsi colpevole perché, sebbene sia stato cattivo, non ha avuto la punizione che sa di meritarsi.
L'esempio di uno studente di diciannove anni che sta diventando sempre più villano anche verbalmente nei confronti della madre, una donna molto coscienziosa e retta. Questa giunge alla conclusione errata, .di essere in qualche modo colpevole e di averlo forse trascurato, così che reagisce in modo sottomesso alle provocazioni e ai rimproveri del figlio. Questi a sua volta sa inconsciamente che non è giusto infierire sulla madre solamente perché lui e in crisi con se stesso e con la vita in generale; tuttavia si comporta sempre peggio, per vedere fino a che punto la madre lo sopporta e fino a quando non perderà la pazienza. È evidente che le teorie psicologiche non sono di alcun aiuto se non sono portate avanti da un forte senso di quanto è giusto e vero; possono interferire in modo molto grave sul concetto del buonsenso dei genitori, creando un problema ancora più serio.
È probabile che gli americani non intendano che le ambizioni dei figli debbano venir subordinate ai desideri della famiglia o ai bisogni del proprio paese. Tuttavia è probabile che un maggior numero di bambini crescerebbe più felice e sereno se acquisisse, fin dall'infanzia, l'idea che la cosa più importante e più completa che un individuo possa fare è quella di essere utile all'umanità in qualche modo e di vivere secondo i propri ideali, il che non preclude il desiderio di successo nel proprio campo di lavoro. E ecco perché gli esseri umani si comportano meglio, si sentono più decisi e hanno una stabilità mentale più salda in tempo di guerra, quando tutti hanno uno scopo comune. Le statistiche mostrano che si registrano meno crimini, delitti o suicidi in periodi di crisi economica, quando la gente deve affrontare dei problemi più gravi.
E è anche molto più facile per i genitori stessi affrontare quella serie di piccoli problemi che sorgono ogni giorno con i figli riguardo l'essere educati, fare i compiti, assolvere doveri casalinghi, non bisticciare, oppure riguardo le loro amicizie, se i genitori hanno delle idee e dei principi ben precisi. In questo caso le risposte ai singoli problemi si trovano molto più facilmente.
SEVERITÀ O PERMISSIVITÀ? Per molti genitori è un grosso problema
La gran parte di essi trova assai presto la soluzione più adatta, mentre per alcuni resta sempre un problema, per quanta esperienza essi abbiano. Essere severi o permissivi non è il vero problema. Genitori che amano i loro figli e che non hanno paura di mostrare un polso fermo quando è necessario, possono ottenere dei buoni risultati sia con una moderata severità che con una limitata permissività. Invece, una severità che deriva da sentimenti di ostilità o un atteggiamento permissivo dettato da insicurezza e indecisione possono entrambi portare a cattivi risultati. Il vero problema sta nell’ atteggiamento dei genitori verso i loro figli e nella conseguente reazione dei figli a tale atteggiamento.
Vi sono stati dei grandi cambiamenti
È difficile avere un'idea chiara su questo particolare argomento senza esaminare l'evoluzione storica del significato di severità, che ha assunto valori diversi da un'epoca all'altra.
L'epoca vittoriana era, per esempio, severa per quel che riguardava le buone maniere e la pudicizia. Nel ventesimo secolo, specialmente dopo la prima guerra mondiale, si verificò una reazione a questo tipo di severità e parecchie ne furono le cause. I grandi pionieri della ricerca pedagogica in America, gente come John Dewey e William Kilpatrick, dimostrarono che i bambini imparano meglio e più velocemente se si adotta un metodo di insegnamento che lasci modo all’individuo di svilupparsi secondo le sue doti personali e la sua capacità di apprendimento e che tutti i bambini sono desiderosi di imparare se la materia è adatta alle loro capacità. Freud e i suoi seguaci dimostrarono che una rigida educazione alla pulizia o le minacce nella sfera sessuale possono alterare la personalità e condurre alla nevrosi.
Gli studi sui delinquenti e i criminali rivelarono che molti di questi avevano sofferto più per la mancanza di affetto nella prima infanzia che per mancanza di punizioni. Queste scoperte incoraggiarono una mitigazione nella disciplina infantile e un maggiore sforzo per dare ai bambini ciò che era loro necessario come individui. I pediatri Aldrich, Powers e Gesell introdussero un punto di vista analogo circa l'assistenza medica ai neonati. Tuttavia, perciò che riguarda il problema dell'alimentazione infantile, i medici rimasero inflessibili fin verso il 1950, nel timore che irregolarità di orari e di quantità potessero portare a gravi forme diarroiche, causa frequente di morte nell'infanzia. In seguito gli esperimenti di autoregolazione del dottor Preston McLendon e di Frances P. Simsarian, pubblicati nel 1942, convinsero i medici che quasi tutti i bambini possono scegliere i propri orari e star bene.
Da allora vi è stato un rapido cambiamento in questo campo, cambiamento accettato dalla maggioranza dei medici, e infatti oggi, la maggior parte dei bambini americani vengono allevati seguendo orari più o meno flessibili. I dottori, che un tempo ammonivano scrupolosamente i genitori a non viziare i loro bambini, li incoraggiano oggi a soddisfare le loro necessità non solo per quel che riguarda il cibo, ma soprattutto per quel che riguarda il bisogno di affetto e di sicurezza. Queste scoperte e questi cambiamenti di atteggiamento e di metodo nei principi educativi hanno giovato sia ai bambini sia ai genitori e come risultato, vi sono oggi meno genitori tesi e preoccupati e più persone felici.
Non è facile tuttavia, in una civiltà come la nostra, passare attraverso una simile evoluzione filosofica, quasi una rivoluzione, senza che nella mente dei genitori sorgano dubbi, o che essi non si sentano a volte del tutto sconcertati. Uno dei canoni basilari della natura umana è di allevare i figli con gli stessi principi con i quali fummo allevati noi.
È facile imparare e accettare idee nuove per quel che riguarda le vitamine e le vaccinazioni, ma se la vostra educazione e stata in gran parte improntata sull'ubbidienza, sulle buone maniere, sulla paura del sesso e sull'importanza della sincerità, e naturale, anzi inevitabile, che questi principi siano molto importunanti per voi e che vi influenzino inconsciamente nell'educazione dei vostri figli.
Potete anche aver cambiato le vostre idee in seguito a quello che avete letto, sentito o studiato, ma quando il vostro bimbo o la vostra bimba fanno qualche cosa che sarebbe stato considerato sbagliato quando voi eravate bambini, scoprirete molto probabilmente che diventate più tesi, più ansiosi e arrabbiati di quanto non lo supponevate possibile. Non vi è nulla di cui vergognarsi in tutto ciò, questo è il modo in cui madre natura si aspetta che gli esseri umani imparino a allevare i loro figli: attraverso la loro stessa infanzia. È così che diverse civiltà sono riuscite a consolidarsi e a far progredire i propri ideali di generazione in generazione.
La ragione per la quale la maggior parte dei genitori sono stati capaci di educare bene i loro figli in questi ultimi cinquant’ anni, nonostante i cambiamenti dei principi educativi, è principalmente dovuta al fatto che loro stessi erano stati educati abbastanza bene, secondo sani principi e che quindi non avevano timore di educare i loro figli nello stesso modo e soprattutto non seguivano nessuna nuova teoria alla lettera. Quando i medici consigliavano regolarità negli orari, i genitori sicuri di sé la seguivano in linea generale (e molti bambini vi si sono perfettamente adeguati), ma non avevano paura di fare ogni tanto eccezioni se il bambino o la bambina aveva molta fame prima dell'orario, semplicemente perché sentivano che tutto ciò era giusto e normale e quando i medici, in tempi recenti, hanno sostenuto l'elasticità, questi genitori non l'hanno portata agli estremi.
Non permettono che un bimbo sonnolento ma ostinato si rifiuti di andare a letto, perche sanno molto bene (sovente proprio per la loro esperienza) che l'ora di andare a letto è l'ora di andare a letto e che le teorie sull’elasticità non hanno proprio niente a che fare in questo caso.
Si può essere severi e affettuosi
Il bambino deve sentire che mamma e papà hanno i loro diritti, sanno essere severi e non gli permettono di essere violento o incontrollato. In ogni modo preferisce che loro siano così e questo sarà un modo eccellente per insegnargli subito come comportarsi anche con gli estranei. I bambini viziati non sono felici neppure in famiglia; quando vengono a contatto con gli altri, a due, quattro o sei anni è un duro colpo. Nessuno li baderà, anzi la gente li troverà francamente antipatici per via del loro egoismo; quindi o continuano a farsi malvolere da tutti per il resto dei loro giorni o saranno costretti ad imparare con le buone o con le cattive il modo di essere simpatici.
I genitori coscienziosi spesso permettono che il bambino approfitti della loro pazienza per un bel pezzo, poi perdono le staffe tutto d'un colpo. Questo non è necessario. Se i genitori hanno rispetto di sé, possono farsi rispettare pur comportandosi amichevolmente col bambino.
Per esempio, se vostra figlia insiste perché continuiate a giocare con lei e voi siete stanco, non temete di dirle allegramente ma in tono deciso: “Sono sfinito. Ora leggo un libro e ne leggi uno anche tu”. Se si ostina a togliere di mano l'automobilina ad un altro bambino e avete cercato inutilmente di interessarla a qualcosa d'altro, non dovete essere paziente troppo a lungo; toglietegliela anche se urla un po'.