Rapporti con i nonni
I nonni possono essere di grande aiuto ai neogenitori in molti e svariati modi e, nello stesso tempo, i nonni possono trarre una grande gioia dalla vicinanza con i loro nipotini. Spesso, magari, si domandano, tristemente: « Perché non mi sono goduto i miei bambini così come invece mi godo i miei nipoti? Probabilmente perché ero troppo teso e sentivo solo il peso e la responsabilità della famiglia ».
In molti paesi le nonne sono considerate delle vere esperte, e una giovane madre non dubita assolutamente di questo e perciò, se ha un problema riguardante il bambino o la bambina o se ha bisogno di aiuto, sa che può rivolgersi alla madre.
Quando una madre ha questo tipo di fiducia nella propria madre, può ottenere non soltanto consigli, ma anche conforto. Oggigiorno però le mamme tendono più a rivolgersi al medico, in parte perché siamo più abituati a consultare persone competenti per i nostri problemi: medici, insegnanti, consulenti prematrimoniali, assistenti sociali, psicologi, religiosi. Sappiamo anche che la scienza fa rapidi progressi, e quindi pensiamo che chiunque sapeva fare un lavoro vent'anni fa, oggi è un superato. Un motivo più valido è che molti giovani genitori si sentono ancora troppo vicini all'adolescenza e vogliono dimostrare al mondo e a se stessi di saper risolvere da sé i propri problemi. Hanno timore che i nonni vogliano imporre loro ciò
che devono fare come se dipendessero ancora da loro, posizione a cui i giovani non vogliono tornare.
Le tensioni nella famiglia sono normali
In certe famiglie regna l'armonia fra genitori e nonni, in altre invece c'è disaccordo; in molte c'è un po' di tensione, più spesso per la crescita del primo figlio, ma col tempo tutto si appiana.
La giovane sposa che ha molta fiducia in se stessa può rivolgersi facilmente a sua madre, quando ha bisogno di aiuto. E, quando la nonna dà un parere, la madre lo accetta se è buono, oppure lo ignora e fa da sola con molta diplomazia.
Ma in generale i giovani genitori non si sentono così sicuri di sé, almeno all'inizio, sono sensibili alle proprie manchevolezze e permalosi per ogni critica.
Molti nonni capiscono questo stato d'animo e cercano di non interferire, però non possono dimenticare di possedere un'esperienza propria, vogliono un gran bene ai nipotini e hanno opinioni personali. È per loro difficile abituarsi ai cambiamenti avvenuti da quando essi si occupavano dei loro figli: flessibilità degli orari, svezzamento precoce, l'uso tardivo del vasetto. E, anche quando accettano i nuovi metodi, sono turbati dallo zelo con cui vengono seguiti, senza che vengano mai messi in dubbio (quando sarete nonni anche voi, comprenderete forse meglio che cosa significa).
Sarebbe utile se i genitori ne hanno il coraggio, di lasciar esprimere ai nonni la propria opinione; le discussioni franche sono meglio dei rimproveri velati o degli spiacevoli silenzi. Una mamma sicura del suo modo di crescere ed educare il figlio dirà: « So che questo metodo non ti sembra adatto e ne discuterò ancora col medico, per assicurarmi di aver capito bene le sue istruzioni ». Ciò non significa che la madre cede: essa si riserva il diritto di prendere la decisione finale e si limita soltanto a riconoscere le buone intenzioni e l'evidente ansietà della nonna. Comportandosi ragionevolmente, rassicura la nonna non soltanto nei riguardi del problema attuale, ma anche per il futuro.
La nonna, a sua volta, può aiutare la mamma dimostrandole fiducia e adattandosi ai suoi metodi; ciò indurrà la madre a chieder consiglio quando ha dei dubbi.
Se i bambini vengono affidati alle cure dei nonni per qualche tempo, occorrono una sincera comprensione e un ragionevole compromesso. I genitori devono aver fiducia che i bambini verranno guidati nelle cose più importanti secondo i loro principi (ad esempio non verranno costretti a mangiare i cibi che non amano, né rimproverati se si sporcano di feci, né minacciati che verrà l'uomo nero se sono cattivi). Ma è assurdo sperare che i nonni si uniformino in tutto e per tutto alle regole dei genitori. Non farà male ai bambini aver un po' più di rispetto per i nonni, se è questo che essi vogliono, o il mangiare in orari diversi dal solito, o l'essere tenuti più puliti o più sporchi. Se i genitori non sono d'accordo sui metodi dei nonni, è meglio che non chiedano loro di prendersi cura dei bambini.
Se la giovane mamma (o il padre) durante l'infanzia è stata molto criticata dai genitori, può sorgere uno stato di tensione notevole che la rende intimamente insicura di sé, esteriormente insofferente a ogni critica e decisa a dimostrare la propria indipendenza. Si entusiasmerà esageratamente alle nuove teorie per allevare i bambini e le seguirà strettamente, poiché le sembreranno un sano cambiamento rispetto alla sua vita di bambina. Questo è anche un modo per dimostrare ai nonni che sono antiquati e per tormentarli. È un divertimento battersi per delle teorie quando si è irritati con l'oppositore. L'unico guaio è che le munizioni sono costituite, da ambo le parti, dalle teorie sul modo di crescere il bambino. I genitori che sono costantemente in lotta coi nonni lo fanno un po' di proposito, senza rendersene conto?
La nonna autoritaria
Talora capita che una nonna di temperamento dittatoriale continui a voler imporre la propria volontà alla figlia, anche quando questa ormai è madre. Questa giovane madre ora può trovare una certa difficoltà ad avere una giusta prospettiva del suo nuovo ruolo. Per esempio, una figlia potrebbe non sopportare di ricevere dei consigli. Se gliene danno, può diventare furiosa, senza però avere il coraggio di esprimere il proprio disappunto. Se essa accetta il consiglio avrà la sensazione di essere dominata, se lo rifiuta, si sentirà magari colpevole. Come potrà quindi, una madre alle prime armi e che si trova in una situazione simile, proteggersi? Dovrà fare un certo sforzo iniziale per acquistare la propria indipendenza, lo dovrà fare gradualmente e naturalmente. Soprattutto si deve ricordare che ora è lei la madre, che il bambino è suo e che lo deve educare e curare come lei pensa sia meglio fare. Dovrà far ricorso spesso ai consigli del medico, soprattutto quando avrà dei dubbi sulla validità dei metodi da lei usati. A giusto titolo ha il diritto di chiedere l'aiuto e l'appoggio del marito, specialmente se è la suocera che interferisce. Se lui pensa che in una specifica situazione sua madre abbia ragione, dovrà dirlo francamente alla moglie, ma allo stesso tempo dovrà far capire alla madre che lui e sua moglie non desiderano interferenze.
La giovane madre deve imparare gradualmente a non sfuggire sua madre o la suocera, a non aver paura di sentire le loro opinioni, perché, questo tipo di reazioni rivela insicurezza e è il chiaro segno che la giovane madre non è in grado di fronteggiare né sua madre né la suocera. Ancora più difficile è imparare a non arrabbiarsi e a tenersi tutta la rabbia dentro o, viceversa, a non esplodere in una scenata senza controllo. È vero che la giovane madre ha perfettamente il diritto di perdere la pazienza e di arrabbiarsi, ma sia la rabbia soffocata sia le scenate sono entrambi segni del fatto che essa ha avuto l'impressione di essere stata sottomessa per troppo tempo, per paura di far arrabbiare la madre o la suocera. Una nonna autoritaria si accorgerà di ciò e ne approfitterà. Una madre non deve sentirsi colpevole se, qualora se ne verifichi il caso o la necessità, farà arrabbiare la propria madre. Veramente, non si dovrebbe arrivare a un litigio vero e proprio con la nonna, almeno non troppo spesso.
Una madre deve imparare a difendere le proprie idee in maniera pacata e con il tono di chi è sicuro di quello che dice: questo prima di arrivare a arrabbiarsi. Per esempio può dire: « Vedi, il dottore mi ha detto di dar da mangiare al bambino o alla bambina in questo modo », oppure: « Vedi, cerco di tenerlo o tenerla il più tranquilla possibile », oppure: « Non voglio che pianga troppo a lungo ». Avere un tono calmo, sicuro di sé è il modo migliore per convincere una nonna che si ha il coraggio delle proprie opinioni.
In queste situazioni particolari, che portano con sé una grossa parte di tensione costante, è spesso di molto aiuto, per i genitori e anche per i nonni, avvicinare un professionista: il medico di famiglia o uno psichiatra, una assistente sociale, o altri professionisti, preferibilmente in visite separate, in modo che ciascuno di loro possa presentare il quadro come lo vede, anche se alla fine potranno venire insieme per una discussione generale. Alla fin dei conti non si deve dimenticare che la responsabilità e il diritto di prendere decisioni appartengono ai genitori.