Esame del sangue e delle urine in gravidanza

Esame del sangue e delle urine in gravidanza

analisi
Gli esami sul sangue e sulle urine sono indispensabili per tenere sotto controllo la salute lungo il corso della gravidanza. Quando ci si sente bene possono sembrare una pignoleria inutile, ma è proprio grazie ad essi che il medico ha la possibilità di intervenire con tempestività. Come sempre, anche in gravidanza il tipo e la frequenza degli esami devono essere decisi dal medico secondo le necessità. Esiste però una serie di controlli richiesti di routine a tutte le gestanti, anche le più sane.

prelievo_sangueL’analisi del sangue è un esame veloce e indolore. Il prelievo viene solitamente effettuato da una vena alla piega del gomito, sull’avambraccio o sul dorso della mano. La quantità di sangue estratto dipende dal numero di analisi che si devono eseguire, ma in ogni caso si tratta sempre di una quantità molto piccola; il prelievo, in genere, viene eseguito a stomaco vuoto, di preferenza alla mattina, per evitare che le sostanze contenute nel cibo ingerito alterino il normale equilibrio del sangue. La conservazione del campione va fatta in provette sterili, di vetro o di plastica, che possono essere trattate con sostanze conservanti o anticoagulanti.

Come sempre, in gravidanza il tipo e la frequenza degli esami devono essere decisi dal medico secondo le necessità. In tutti gli altri casi, dovrebbero essere eseguite almeno due volte all'anno, meglio se trimestralmente.
Non bisogna eseguire gli esami il giorno dopo un sforzo fisico prolungato, come un allenamento, perché molti valori potrebbero essere falsati. Per esempio la creatinfosfochinasi, che svolge un ruolo fondamentale nelle funzioni energetiche cellulari, avrebbe valori falsati.

Ricordatevi che la lettura delle analisi va fatta dal vostro medico.

sangueIl sangue è costituito da una parte liquida, chiamata plasma, e da una parte cellulare o corpuscolata. Nel plasma è presente una vasta gamma di sostanze quali enzimi, minerali, lipidi, ormoni, zuccheri, vitamine, proteine ecc. La parte corpuscolata è costituita dai globuli rossi o eritrociti, da globuli bianchi o leucociti e dalle piastrine. È probabilmente l’esame più diffuso e più richiesto perchè, attraverso il sangue, non solo si riescono ad individuare le sostanze che circolano nel corpo, ma si riesce anche a capire se un organo sta funzionando bene o se invece ha qualche difetto.

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Identificazione del gruppo sanguigno e del gruppo Rh

Se non si conosce già il proprio gruppo sanguigno, quest' esame sarà richiesto all'inizio della gravidanza. Poi si dovrebbe sempre portare con sé, per ogni evenienza, il tesserino con i risultati. Se il fattore Rh è negativo, diventa determinante conoscere il fattore Rh del padre. Se anche il suo è negativo non ci sono problemi. Se invece risulta positivo, la madre deve eseguire ogni mese un esame del sangue (test di Coombs indiretto) per individuare in tempo la possibilità di complicazioni (vedi più avanti, alla voce "Complicazioni In gravidanza").

Il Test di Coombs indiretto

Il Test di Coombs è un test è chiamato anche test dell'antiglobulina.Il Test di Coombs è un test di laboratorio utilizzato per rilevare la presenza di anticorpi fissati alla superficie dei globuli rossi oppure liberi nel siero, cioè molecole che possono reagire con particelle poste sulla superficie dei globuli rossi.

Il principio che questo test utilizza per produrre un risultato è il fenomeno per cui i globuli rossi, pure essendo presenti nel sangue in quantità elevatissime non vengono mai a contatto tra loro perchè sulla loro membrana sono presenti cariche elettriche negative: c'è quindi una continua repulsione tra loro. Per far sì che dei globuli rossi agglutinino, quindi, è necessario che tra un globulo rosso e gli altri si creino dei ponti abbastanza lunghi tali da poter vincere la forza di repulsione delle cariche negative: questi ponti sono degli anticorpi, specialmente le immunoglobuline della classe IgM che sono sufficientemente lunghe. Le IgG però anche sono molto importanti per stabilire fenomeni di imponente immunizzazione, ma sono troppo corte per provocare agglutinazione, Coombs scoprì nel 1945 che aggiungendo un antiglobulina questa si interpone tra due IgG che si trovano sulle membrane dei globuli rossi legandoli ad una distanza maggiore a quella del raggio d'azione della repulsione che questi hanno tra loro. Il test di Coombs può essere diretto o indiretto.

  • Diretto

Viene usato per visualizzare anticorpi incompleti attaccati ad antigeni dei globuli rossi. Se aggiungendo alle emazie del paziente, il siero di Coombs si osserva il fenomeno dell'agglutinazione -> il test è positivo; se non agglutinano il test è negativo. La positività del test è data dalla presenza dell'anticorpo sulla superficie delle emazie, la negatività dall'assenza. La modalità diretta è utilizzata nella diagnosi della MEN (Malattia emolitica del neonato), delle MEA (Malattie emolitiche autoimmuni) e per la visualizzazione delle reazioni trasfusionali.

Esempio:
Reazione di trasfusione. Globuli rossi del paziente ricevente gruppo A + Siero di Coombs (siero del donatore) gruppo B. Il siero B contiene anticorpi anti-A; gli anti-A reagiscono con l'antigene A presente sul globulo rosso del ricevente; Si aggiungono le anti-Immunoglobuline le quali andranno a provocare l'agglutinazione.

  • Indiretto

Consente, diversamente dal test di Coombs diretto, di visualizzare anticorpi incompleti presenti nel siero. L'esame avviene prendendo del siero del paziente e viene messo a contatto con globuli rossi in cui siano noti gli antigeni presenti sulla membrana. A questo punto abbiamo ottenuto dei globuli rossi sensibilizzati a cui aggiungendo il siero di Coombs può avvenire il fenomeno dell'agglutinazione o meno. Se avviene la reazione di agglutinazione si otterrà il test positivo cioè che nel siero sono presenti anticorpi in esame. Se la reazione non avviene l'esito è negativo perchè non ci sono gli anticorpi ricercati nel siero, quindi di conseguenza non si sono legati ai globuli rossi non provocando agglutinazione. Questo test trova impiego in prove di compatibilità e ricerca di anticorpi antipiastrinci e antileucocitari.

Rubeo-test, Rosolia

rosoliaServe per controllare se si è immunizzate contro la rosolìa. È un esame che va fatto immediatamente dopo la diagnosi di gravidanza perché i pericoli maggiori si corrono proprio durante i primi mesi (vedi più avanti, alla voce "Complicazioni in gravidanza").

II Rubeo-test va fatto sempre, eccetto che non si sia già ottenuto in precedenza un risultato positivo tale da garantire una buona immunizzazione (in questo caso è opportuno portare con sé il risultato quando si fa la prima visita ostetrica).

Fatto il test, le possibilità sono tre:

  1. il risultato è positivo e non lascia dubbi - vuoi dire che si è immunizzate e il test non va più ripetuto;
  2. il risultato è positivo, ma lascia supporre una rosolia recente - è una situazione che verrà valutata caso per caso dal medico;
  3. il risultato è negativo: il test va ripetuto almeno tre volte nell'arco della gravidanza (ogni tre mesi).

Il 90% delle donne in età riproduttiva risulta immune (cioè possiede anticorpi specifici di tipo IgG, mentre le IgM sono negative), o perchè ha già avuto la malattia (anche se non lo ricorda) o perchè è stata vaccinata. L'immunità per la rosolia permane tutta la vita. Se invece il test risulta negativo, cioè non ci sono anticorpi, l'esame va ripetuto ogni 4-6 settimane fino al V° mese, dopodichè la possibilità che il virus possa causare danni fetali è praticamente nulla. Se si ha una sieroconversione in gravidanza, cioè compaiono anticorpi specifici di tipo IgM in una donna precedentemente negativa, si devono fare altri esami per escludere il passaggio del virus al feto.

L'esame del citomegalovirus (CMV)

citomegalovirusIl citomegalovirus (CMV) è un virus che provoca una malattia normalmente non grave (un virus che proviene dallo stesso ceppo dell'Herpes labiale, dell’ Herpes genitale, del virus della varicella e quello della Mononucleosi infettiva). Nella grande maggioranza dei casi l'infezione è asintomatica, cioè chi la contrae non ha sintomi. In un 10% dei casi si manifesta in modo simile all'influenza o alla mononucleosi. Chi si è già ammalato non è immune, quindi può nuovamente contrarre la malattia. L'infezione da CMV può diventare pericolosa se contratta durante la gravidanza, perché il virus può superare la placenta e contagiare il feto.

La malattia si contrae venendo a contatto stretto con persone infette, attraverso saliva, sangue, urine, oppure rapporti sessuali. Generalmente le persone più esposte all'infezione sono quelle che lavorano a contatto con i bambini molto piccoli, nelle scuole materne o nei nidi, perché possono venire a contatto con la saliva dei bambini e con le urine durante il cambio dei pannolini.

Che rischi ci sono se l'infezione passa al bambino durante la gravidanza?

In questo caso ci possono essere due scenari:

  • in 85-90 casi su 100 l'infezione è asintomatica e non ha conseguenze sul neonato: solo 1 neonato su 10 può avere problemi di udito che si manifestano dopo la nascita, anche tardivamente;
  • in 10-15 casi su 100 l'infezione può avere conseguenze sia prima della nascita (fegato ingrossato, ritardo di crescita con un diverso grado di gravità) che dopo (ittero, petecchie sulla pelle - macchie rosse che corrispondono a piccolissime emorragie della cute- segni neurologici).

Il virus non passa dunque sempre al bambino e, anche quando si trasmette, non è detto che abbia conseguenze. Combinando questi dati emerge che, in generale, i problemi di salute si possono manifestare in media in 3-6 bambini ogni 100 in cui la madre contragga per la prima volta in gravidanza il CMV e, al massimo, in 3 bambini ogni 1000 in cui la madre si ri-ammali. In Italia studi recenti hanno mostrato che il numero di neonati a cui è stata trasmessa l'infezione in gravidanza è di circa 2 ogni 1000, un valore fra i più bassi riscontrati nel mondo.

Questo test non è a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale in quanto non è compreso nel protocollo ministeriale degli esami consigliati durante la gravidanza. Tuttavia, sarebbe meglio sottoporsi al test nel primo trimestre di gravidanza:

  • nel caso siano positive sia le IgG sia le IgM, sarà necessario rivolgersi a un centro specializzato in malattie infettive in gravidanza.

L'elettroforesi delle emoglobine

emoglobinaL'elettroforesi delle emoglobineè una delle indagini di laboratorio (assieme all'emocromo ed al test di Simmel) che fornisce utili indicazioni sullo stato di portatore di una malattia genetica nota come anemia mediterranea o beta talassemia. Si tratta di una condizione che si verifica quando l'organismo non produce correttamente l'emoglobina, la proteina contenuta nei globuli rossi il cui importantissimo ruolo è quello di trasportare l'ossigeno dai polmoni ai diversi tessuti e riportare l'anidride carbonica dai tessuti ai polmoni.

È necessario sottoporsi a quest'esame se dall'emocromo si verifica una microcitemìa (volume piccolo dei globuli rossi) o se si teme che la madre sia portatrice sana di anemia mediterranea (talassemia) o di qualche altre emoglobinopatia.

  • Se il risultato dell'elettroforesi delle emoglobine è anormale, è necessario che anche il padre si sottoponga al test.
  • Se l'esito dell'esame paterno è normale, non vi saranno problemi (al massimo il neonato potrebbe essere portatore sano del gene).
  • Se, invece, anche il padre ha la talassemia eterozigote, il bambino potrebbe essere affetto dalla malattia in forma grave e quindi bisognerà eseguire ulteriori accertamenti.

Esami di laboratorio - Nei portatori sani di beta talassemia la quota di emoglobina HbA2 evidenziata dall'elettroforesi delle emoglobine, espressa in percentuale, oscilla tra il 3,5% ed il 5,5%. Valori inferiori depongono per l'esclusione dello status di portatore del tratto talassemico.

L'emoglobina è una proteina globulare di struttura quaternaria solubile di colore rosso presente nei globuli rossi nel sangue dei vertebrati, responsabile del trasporto dell'ossigeno molecolare da un compartimento ad alta concentrazione di O2 ai tessuti che ne hanno bisogno.Ognuno dei suoi 4 globuli proteici ha al suo interno una molecola di ferro (Fe) chiamata gruppo eme.

L'emoglobina (che si indica con il simbolo Hb, quando si lega all'ossigeno viene chiamata ossiemoglobina) viene sintetizzata inizialmente a livello dei proeritroblasti policromatofili (precursori dei globuli rossi), rimanendo poi in alte concentrazioni all'interno dell'eritrocita maturo.

Le alterazioni di origine genetica della struttura primaria della molecola, che ne alterano la funzione, o della sua espressione che alterano la quantità in circolo, vanno sotto il nome di emoglobinopatie.

L'emoglobina

HemoglobinL'emoglobina è una proteina globulare di struttura quaternaria solubile di colore rosso presente nei globuli rossi nel sangue dei vertebrati, responsabile del trasporto dell'ossigeno molecolare da un compartimento ad alta concentrazione di O2 ai tessuti che ne hanno bisogno.Ognuno dei suoi 4 globuli proteici ha al suo interno una molecola di ferro (Fe) chiamata gruppo eme.

L'emoglobina (che si indica con il simbolo Hb, quando si lega all'ossigeno viene chiamata ossiemoglobina) viene sintetizzata inizialmente a livello dei proeritroblasti policromatofili (precursori dei globuli rossi), rimanendo poi in alte concentrazioni all'interno dell'eritrocita maturo.

Le alterazioni di origine genetica della struttura primaria della molecola, che ne alterano la funzione, o della sua espressione che alterano la quantità in circolo, vanno sotto il nome di emoglobinopatie.

L'esame emocromocitometrico (emocromo) e la formula leucocitaria

vetrinoServe a controllare il numero dei globuli rossi, dei globuli bianchi e la quantità di emoglobina presenti nel sangue. Anche la dimensione dei globuli rossi viene controllata per escludere l'esistenza della talassemia (vedi più avanti, alla voce "Difetti congeniti del feto").

Durante la gravidanza, la quantità di sangue in circolazione aumenta notevolmente e questo aumento provoca sempre un diverso equilibrio tra le varie parti che lo compongono: in pratica il sangue risulta diluito. È del tutto normale, quindi, che una donna incinta (specie se avanti nella gravidanza) abbia una certa povertà di globuli rossi, cioè un'anemia. Può succedere però che il numero dei globuli rossi scenda sotto la soglia di sicurezza e che quindi l'anemia si aggravi diventando pericolosa. Per scoprire subito se ciò succede, è necessario ripetere questo esame ogni tre mesi o addirittura più spesso se la condizione di anemia era preesistente alla gravidanza. I tipi di anemia possono essere diversi, cosi come possono essere diverse le cause che la provocano.

La Sideremia e percentuale di transferrina insatura

Sideremia e percentuale di transferrina insatura: permettono di evidenziare un eventuale carenza di ferro nel sangue. Questo minerale è infatti necessario ai globuli rossi per trasportare l'ossigeno. Un risultato patologico è indice di anemia.

La Sideremia è la concentrazione del ferro nel sangue . Valori normali sono considerati:da 60 a 160 mcg/dl per l'uomo e da 20 a 140 mcg/dl per la donna. All'interno dell'organismo il ferro è contenuto in parte sotto forma di deposito ( ferritina ) e in parte sotto forma di ferro circolante ( sideremia ). Alla nascita l'organismo contiene una certa quantità di ferro, ceduta dalla madre soprattutto durante il terzo trimestre di gravidanza. In seguito il ferro viene assunto con gli alimenti ed assorbito dall'intestino.

Un'aumentata richiesta di ferro si presenta in caso di gravidanza (in cui il bisogno di ferro può salire a oltre 150 mg), di allattamento, nei periodi di crescita in cui occorre sintetizzare nuova emoglobina oltre a quella già presente nel sangue. Se aumentano i fabbisogni di ferro o se ne viene eliminato più di quanto ne viene assorbito, si esauriscono a poco a poco prima i depositi di ferro e dopo il ferro circolante. Si determina quindi in una prima fase una riduzione della ferritinemia, successivamente della sideremia, ed infine anche una riduzione della produzione delle sostanze, come l'emoglobina, di cui il ferro è parte integrante fondamentale; ne consegue una anemia da carenza di ferro. Di fronte ad una diagnosi di anemia la dieta ricca di ferro non basta,è dunque necessario ricorrere a dei farmaci.Di solito si ricorre alla soministrazione di ferro sotto forma di sali. L'industria farmaceutica produce una grande varietà di sali, nella speranza che ve ne sia qualcuno che provochi meno irritazione gastrica. La terapia non dà risultati immediati, i primi risultati si hanno dopo 15-20 giorni di trattamento, e la somministrazione va proseguita per almeno tre mesi.

Alimenti particolarmente ricchi in ferro sono le carni, il fegato, il pesce, frutti di mare (ostriche, cozze..), il tuorlo d'uovo, le verdure a foglia verde, come prezzemolo e spinaci, legumi, cacao, i cereali integrali, i legumi, la frutta secca. Il problema del ferro non risiede in effetti nella sua reperibilità, ma nel suo assorbimento, che è piuttosto difficoltoso. Alcune sostanze, come la vitamina C, facilitano l'assorbimento del ferro alimentare, mentre altre sostanze, come le fibre in eccesso, possono ostacolarlo.

L'azotemia e la creatininemia

reniServono a valutare le quantità di azoto e di creatinina presentì nel sangue, L'azoto e la creatinina sono prodotti di rifiuto dell'organismo che devono essere filtrati ed eliminati dai reni. Se risulta che nel sangue sono presenti in quantità superiore alla norma, vuoi dire che i reni non funzionano come dovrebbero. Durante la gravidanza, i reni devono adattarsi a depurare una quantità di sangue maggiore del solito; dalla loro capacità di adattamento dipendono in gran parte gli equilibri delicatissimi tra l'acqua e i sali minerali che vengono trattenuti nel sangue e quelli che vengono eliminati con l'urina, La rottura dì questi equilibri può essere sintomo dì problemi anche gravi (vedi più avanti, alla voce "Complicazioni in gravidanza"). Questi esami vanno ripetuti ogni tre mesi.

La glicemia

glicemiaServe a misurare la concentrazione del glucosio nel sangue. Il glucosio è uno zucchero ed è, in pratica, il carburante dell'organismo: in parte circola liberamente nel sangue come fonte immediata di energia; il rimanente viene accumulato di scorta, pronto a entrare in circolo in caso dì necessità. Se questo meccanismo di regolazione e 'smistamento' non funziona come dovrebbe (e in gravidanza è più facile che ciò succeda), il glucosio presente nel sangue aumenta più del dovuto e 'organismo ne risulta intossicato. Il controllo della glicemia serve a cogliere in tempo ogni eventuale anomalia prima che si trasformi in una malattia vera e propria (vedi più avanti, alla voce "Complicazioni in gravidanza"). Va fatto all'inizio della gravidanza e poi ripetuto ogni tre mesi.

Se uno dei risultati fosse superiore alla norma o se ci sono in famiglia casi dì diabete, il medico prescriverà anche un altro esame (la 'curva glicemica da carico orale di glucosio) per accertare l'eventuale presenza di diabete gestazionale.

La bilirubina e transaminasi

fegatoServono a valutare il funzionamento del fegato. La bilirubina non è un esame indispensabile e non tutti i medici lo richiedono, ma è comunque consigliabile farlo almeno un paio di volte nel corso della gestazione per essere sicuri che tutto funzioni normalmente. La transaminasi è invece necessaria fin dal primo trimestre e deve essere ripetuta al settimo e ottavo mese. Il fegato non è uno degli organi più sollecitati in gravidanza, ma può succedere che dia qualche problema. Il più frequente è l’ittero da stasi: un'improvvisa colorazione gialla della pelle dovuta ad una “pigrizia” del fegato a smaltire la bile.

Se nel corso della gravidanza compariranno disturbi di fegato, i due esami dovranno essere ripetuti: in questo caso i primi risultati serviranno di confronto.

La ricerca dell'antigene Australia (HBsAg)

virus epatite CServe a scoprire se si è “portatrici sane” del virus dell'epatite B. Essere portatrici sane significa che, pur non avendo l'epatite, si ha però il virus nel sangue e quindi esiste la possibilità di trasmetterlo al bambino durante il parto o l'allattamento.
Sapere in anticipo se il piccolo corre questo rischio è importante per poterlo sottoporre appena nato ai trattamenti in grado dì prevenire lo sviluppo della malattia (gammaglobuline, vaccinazione). In Italia, sono portatrici sane circa 3 o 4 donne su 100, con notevoli differenze da zona a zona. In alcune regioni, l'esame è obbligatorio per legge.

Il quadro sieroproteico (o protidemia)

proteine_sangueÈ un altro esame non indispensabile ma consigliabile. Serve a valutare le proteine presenti nel sangue. Questo dato è utile per rendere evidenti eventuali malattie epatiche della madre o eccessive perdite di proteine con le urine che possono essere un sintomo di gestosi (vedi più avanti, alla voce "Complicazioni in gravidanza").

Toxo-test Toxoplasmosi

toxoplasmosiRileva la presenza di anticorpi contro la toxoplasmosi.

La presenza di anticorpi di tipo IgG, con IgM negative, indica che la donna è immune.
L' immunità per la toxoplasmosi permane tutta la vita. In tal caso non c'è più bisogno di ripetere l'esame e seguire le norme di prevenzione. Se invece il test è negativo, bisogna ripeterlo ogni 4-6 settimane fino al termine della gravidanza, poiché con le settimane aumenta la probabilità d'infezione fetale, seppure diminuisce la gravità della malattia. Se si ha una sieroconversione in gravidanza, cioè compaiono anticorpi specifici di tipo IgM in una donna precedentemente negativa, si deve praticare una terapia antibiotica per limitare la possibilità di interessamento fetale.

Il Toxoplasma gondii

toxoplasmaIl Toxoplasma gondii (il microorganismo che causa la toxoplasmosi) è un parassita che infetta gli animali ed è per questo che consumando la carne cruda (per esempio un salume) si rischia di contrarre l’infezione; oltre che nella carne degli animali lo si può trovare anche nelle feci dei gatti e quindi anche gli ortaggi crudi sono un alimento a rischio: se nell’orto in cui è stato coltivata la verdura ci fossero dei gatti la contaminazione sarebbe possibile.

Reazione di wassermann o V.D.R.L.

analisi-laboratorioSono esami che servono ad individuare eventuale contagio da sifilide (o lue); uno dei due verrà richiesto alla prima visita ostetrica. Non bisogna stupirsi né tanto meno offendersi se il medico lo prescrive: la sifilide è una malattia venerea più diffusa di quanto si pensi e proprio per questo accertare un eventuale contagio all'inizio di una gravidanza è diventata una prassi normale. Tra l'altro i sintomi iniziali sono trascurabili, quindi è possibile averla senza saperlo. Se la sifilide viene individuata e curata in tempo (prima del quarto mese) può guarire completamente con facilità; se invece non viene curata può portare a gravi conseguenze (vedi più avanti, alla voce "Complicazioni in gravidanza").

  • Se l'esame da un risultato negativo non è necessario ripeterlo, a meno che non si abbia il sospetto dì un contagio successivo.
  • Se invece è positivo, il medico richiederà altri esami prima dì prescrivere la cura.

Nei primi tre mesi della gravidanza la placenta rappresenta una barriera sufficiente per impedire che la sifilide passi al feto, ma se non viene curata per tempo, dal secondo trimestre in poi il feto è in pericolo. Secondo il periodo in cui avviene il contagio fetale, le conseguenze possono essere varie (aborto spontaneo, parto prematuro, nascita di un bambino con lesioni…).

L'esame completo delle urine

3_urineEsaminando le urine si possono ottenere con facilità moltissime informazioni sia sulle malattie dell'apparato urinario, sia sullo stato dell'organismo in generale. Proprio per questo è molto utile durante la gravidanza ripetere questo esame ogni mese. Basta portare al laboratorio (o in farmacia) un campione di urina raccolto con modalità che possono variare a seconda dell'aspetto che il medico intende valutare.

In genere il ginecologo è particolarmente interessato a tre elementi:

  • l'albumina

L'albumina è una proteina che nelle urine non dovrebbe esserci. Se è presente in tracce minime, può dipendere da una momentanea modificazione della funzionalità renale che non è segno di malattia; se però è presente in quantità maggiori verranno richiesti altri esami.

  • il glucosio

La presenza di glucosio nelle urine deve essere tenuta sotto controllo per escludere il diabete (vedi più avanti, alla voce "Complicazioni in gravidanza").

  • i leucociti

I leucociti, infine, dovrebbero essere presenti in quantità minima; in caso contrario sono segno di infezione dell'apparato urinario.

Inoltre, è bene eseguire almeno una volta al trimestre anche l'urinocoltura, un esame che consente dì controllare la quantità dì batteri presenti nelle urine. In gravidanza, infatti, si è particolarmente esposte alle infezioni delle vie urinarie, ma con questi esami è possibile diagnosticarle e curarle con facilità.

La raccolta delle urine per urinocoltura

Per raccogliere il campione di urina da portare al laboratorio d'analisi bisogna per prima cosa procurarsi un contenitore che chiuda perfettamente e che dovrà essere ben lavato e asciugato. Se in casa non se ne ha a disposizione uno adatto, si può comperare in farmacia.
L'urina dovrà essere raccolta al mattino poco prima di essere portata al laboratorio e dopo un'accurata igiene dei genitali. Se si deve fare un'urinocoltura, va posta una cura particolare nel raccogliere il campione che sarà portato in laboratorio. Infatti, bisogna evitare assolutamente che esso sia inquinato da batteri estranei all'organismo.

Ecco cosa va fatto:

  • comperare in farmacia un apposito contenitore sterile;
  • prima di raccogliere l'urina, lavarsi accuratamente i genitali;
  • l'urina va raccolta direttamente nel contenitore sterile, senza travasarla da altri recipienti;
  • il contenitore va aperto immediatamente prima della raccolta e chiuso subito dopo;
  • raccogliere solo la seconda parte del getto della prima urina del mattino.

Nota Bene: l'urina va raccolta prima di prendere qualunque farmaco, specie se antibiotico, e portata immediatamente al laboratorio.

Bibliografia - Esame del sangue e delle urine in gravidanza

  • http://it.wikipedia.org/
  • http://italiasalute.leonardo.it/
  • http://www.farmasalute.it/
  • http://www.diventaregenitori.it/
  • http://www.saperidoc.it/
  • http://www.gravidanzaweb.it/
  • http://www.farmacitta.it/

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