Le fasi del Travaglio
É arrivato il momento: il tuo bambino ha deciso che è un buon giorno per nascere. Non aver paura, ti sei preparate e andrà tutto per il meglio. Una donna che non ha mai avuto figli (nullipara), potrà avere un travaglio di 6 ore (quello di una pluripara si aggira invece sulle 2-3 ore). Questa durata è dovuta alla maggiore rigidità del canale del parto e a un'attività uterina spesso inefficace.
Una donna che non ha mai avuto figli (nullipara), potrà avere un travaglio di 6 ore (quello di una pluripara si aggira invece sulle 2-3 ore). Questa durata è dovuta alla maggiore rigidità del canale del parto e a un'attività uterina spesso inefficace.
Inizio del travaglio di parto
Le contrazioni da sole non sono il segno inconfutabile che la futura mamma sia entrata in travaglio. Lo sarà infatti se si accompagna un appianamento completo della cervice uterina, cioè se il canale cervicale viene incluso nella parte inferiore dell'utero formando un corpo unico e continuo. Processo che non va confuso con la dilatazione, che indica l'allargamento dell'imboccatura dell'utero. L'appianamento precede la dilatazione. Non si può neanche porre diagnosi di travaglio se il collo dell'utero è appianato ma non vi sono contrazioni dolorose.
Fase attiva del travaglio, fase dilatante avanzata
L'inizio coincide di solito con il ricovero. Le contrazioni sono più intense e frequenti: ogni 3-5 minuti per 40-60 secondi. La dilatazione del collo dell'utero passa dai 2-3 ai 10 centimetri in 4-6 ore. La rottura della borsa delle acque e la perdita di liquido amniotico avviene a dilatazione quasi completa.
Inizio della dilatazione
La dilatazione inizia quando il collo dell'utero, già accorciato e appianato, comincia ad aprirsi. La donna può stare in piedi e camminare, le contrazioni sono ancora poco intense, poco dolorose e distanziate nel tempo.
Fase di transizione
Giunti a dilatazione completa comincia la prima fase del periodo espulsivo, in cui la testina del bambino scende nel canale del parto. La durata varia da pochi minuti sino a un'ora. In questa fase le spinte possono ancora non essere avvertite: è la testina del bambino che le provoca, scendendo in vagina ne comprime le pareti sull'osso sacro dando il desiderio di spingere.
Parto naturale
Un numero sempre maggiore di donne preferisce oggi fare il parto naturale. Questo significa che vogliono il meno possibile di anestetico, così da poter partecipare più attivamente al parto e da poter vedere subito il neonato. Il fatto che non venga usato dell'anestetico è un fattore positivo anche per il bambino. Molte donne che hanno fatto il parto naturale, la considerano la più commovente e creativa esperienza della loro vita. Molte di loro desiderano anche avere il marito a fianco durante il parto, se il marito lo desidera. Alcuni mariti, poi, non desiderano essere presenti e molte donne non vogliono che il marito sia lì proprio quando sono impegnate in qualche cosa di così importante e faticoso.
Se la coppia desidera un parto naturale e il marito vuole essere presente, è necessario avvisare l'ostetrico o il ginecologo e sperare che le circostanze siano favorevoli. Quindi entrambi dovrebbero seguire dei corsi di anatomia, fisiologia e psicologia della maternità e del parto (Corso Preparto), così da essere in grado di capire tutto ciò che accade alla donna, la quale, inoltre, deve fare degli esercizi di respirazione e di spinta che la metteranno poi in condizioni migliori per il travaglio del parto. Uno dei concetti basilari del parto naturale è che l'ansia e la paura circa il parto, così diffuse nella nostra società, sono la causa maggiore di tensioni muscolari sbagliate, che provocano poi maggior dolore durante il parto stesso. Con un po' di informazione sull'argomento e un po' di esercizi fisici per esercitare i muscoli addominali, si può evitare gran parte della paura e del dolore, e la partoriente può cooperare in ogni modo durante il parto. Così, mettendo al mondo un essere umano, essa avrà questo senso di gioia per aver compiuto una tale impresa, gioia che si merita dopo nove mesi di gravidanza.
Impressioni d'ospedale
Oggigiorno la maggior parte dei bambini nascono in ospedale. Il medico vi è sempre disponibile, quando c'è necessità, e è assistito da infermiere, tecnici e consulenti. L'ospedale offre una meravigliosa dotazione, comprendente incubatrici e strumenti sempre più sofisticati, quando ne sorga la necessità. Fa sì che la madre si senta molto sicura e bene assistita. Ma presenta pure i suoi inconvenienti, che secondo i punti di vista potrebbero anche essere altrettanti vantaggi. L'ospedale tiene tutti i neonati insieme in una nursery a una certa distanza dalle madri, di modo che possano essere assistiti da infermiere e non disturbino il sonno della madre. Ma non è affatto naturale, dal punto di vista della puerpera, di avere il suo piccolo lontano e curato completamente da estranei per molto tempo. Ciò potrà darle la sensazione di essere piuttosto impreparata e inutile. Una madre che ha già avuto figli può riderne e esclamare: « È meraviglioso avere un lungo riposo in ospedale e non doversi preoccupare del neonato! » Ma per lei è diverso: ha una grande fiducia in se stessa come madre e considera l'ospedale secondo un suo particolare punto di vista.
Anche un uomo può avere una prima impressione sbagliata come padre. La madre almeno sa di essere al centro dell'attenzione. Il povero padre è completamente estraneo. Se vuol vedere il figlio, deve stare eventualmente al di fuori di una finestra della nursery e guardare supplichevole l'infermiera. Guardare un neonato attraverso il vetro è una ben misera soddisfazione per chi desidera invece tenerlo fra le braccia. Naturalmente l'ospedale è nel suo pieno diritto se protegge i bambini dai germi che vengono portati dall'esterno. Ma ciò dà al padre la sensazione di non essere considerato un compagno adatto per il proprio figlio.
Un sistema nuovo "rooming-in"
Per superare alcuni inconvenienti dell'ospedale, i medici hanno applicato recentemente un nuovo sistema detto del rooming-in. La culla del neonato, invece di essere nella nursery, resta vicino al letto della mamma, la quale viene invitata dalle infermiere a prendersi cura del bambino, a tenerlo in braccio, a alimentarlo, a cambiarlo, a fargli il bagno. Così la madre ha modo di esercitarsi mentre ha vicino persone competenti che possono aiutarla. Impara a conoscere le abitudini del bambino nel mangiare, dormire, piangere, evacuare, così che egli non sarà un estraneo per lei, quando lo porterà a casa. Il che è importante specialmente per la primipara. Un orario dei pasti irregolare, a richiesta, non costituisce un problema e favorisce il successo dell'allattamento materno. Quando il padre arriva, sente di essere parte della famiglia e può occuparsi del bambino.
Sebbene il rooming-in sia stato sempre in uso in altre parti del mondo e anche negli Stati Uniti molti anni fa, è stato ripristinato da poco e si è dimostrato valido. Molte madri primipare che hanno sperimentato il rooming-in sono state entusiaste, e desiderano avere per i futuri figli lo stesso trattamento. Altre madri invece, con più esperienza, che non hanno né tempo né possibilità di avere un periodo di riposo, preferiscono il piacere di un riposo completo in ospedale.
Non è facile organizzare in un ospedale questo sistema, poiché esige molte modificazioni della organizzazione e della "mentalità". Se avevate sperato di poter avere il vostro bimbo in stanza con voi da subito e non è stato possibile, non prendetevela troppo. Vi rifarete una volta che sarete a casa, tutto sommato il periodo di degenza per una puerpera oggi è brevissimo.
Il parto naturale e il sistema del rooming-in sono due cose che sono state richieste spesso dai genitori e che derivano inoltre dal cambiamento di opinioni riguardo questo particolare settore medico. Quindi, se volete un parto naturale e il vostro bambino in stanza con voi, richiedetelo espressamente al vostro dottore e all'ospedale dove andrete per il parto.