Vengono registrate sul libretto sanitario, dove si scrivono tutte le vaccinazioni fatte ai vostri figli e firmate dal medico che le ha fatte, la loro reazione a diverse medicine (allergie) e l’eventuale sensibilità ai medicamenti. Sarà molto utile quando partite in vacanza o se cambiate medico. Potete anche per sicurezza contattare il medico che ha fatto le vaccinazioni, ma spesso ciò è impossibile o perlomeno complicato soprattutto in caso di emergenza. La cosa più comune che possa verificarsi, per esempio, è quando un bimbo si ferisce e si ha bisogno di un’iniezione di siero antitetanico. In questo caso è di estrema importanza che il dottore sappia se il bimbo ha già fatto tale vaccinazione o no.
Ad ogni modo, è il pediatra ed il medico che effettuerà le vaccinazioni che vi indicheranno le date e quindi l’età giusta del bambino per effettuare le varie somministrazioni.
Di seguito alcune informazioni utili, ma ad ogni modo resta necessario il consiglio del pediatra.
Vaccinazione contro la difterite, pertosse e tetano
Oggi si usa di solito fare le vaccinazioni contro queste tre malattie contemporaneamente con una sola iniezione. Bisogna farle molto presto, verso i due mesi. Si fanno tre inoculazioni, in genere a due mesi di distanza una dall’altra; tuttavia, se l’intervallo fra una inoculazione e l’altra è più lungo di due mesi, l’effetto è ugualmente soddisfacente. La protezione data da queste tre inoculazioni è di solito molto efficace, ma dopo alcuni mesi comincia a affievolirsi, quindi generalmente si fa un richiamo un anno dopo, verso i 15-18 mesi di età, e un altro dai quattro ai 6 anni.
Altre inoculazioni contro il tetano e la difterite verranno in seguito fatte regolarmente ogni dieci anni.
Questa vaccinazione polivalente dà spesso una reazione (con febbre, perdita di appetito, irritabilità e dolore attorno alla zona dove è stata fatta l’iniezione), che di solito inizia tre o quattro ore dopo l’inoculazione. Il medico può offrirvi qualche consiglio che porti un certo sollievo, il giorno dopo, però, il bimbo dovrebbe sentirsi già meglio. Queste inoculazioni non provocano sintomi né di raffreddore né di mal di gola. I medici in genere non fanno questo tipo di vaccinazione quando il bimbo soffre di raffreddore o un altro tipo di malattia; particolarmente controindicata è poi questa inoculazione nei periodi di epidemia poliomielitica, perché abbassa temporaneamente la resistenza dell’organismo a questa malattia.
È piuttosto comune che un bozzo o un « nodo ›› rimanga nel braccio o nella gamba dove si è fatta la vaccinazione per un po’ di tempo, non è però il caso di preoccuparsene.
Il vaccino antipertosse
È una delle sostanze che entrano nella composizione della vaccinazione polivalente di cui si è appena discusso. È costituita da germi della pertosse uccisi. Non protegge completamente il bimbo dalla malattia, però ne attenua le manifestazioni. La pertosse è una malattia pericolosissima per i bimbi, ecco perché le inoculazioni vengono fatte quando il bimbo è ancora in tenera età.
Ci vuole e un po’ di tempo prima che il vaccino stimoli l’organismo a costruirsi un’elevata resistenza alla malattia. Di conseguenza non aspettatevi un aiuto immediato dalla prima inoculazione fatta, se il bambino è già stato esposto alla malattia. Di solito si fanno dei richiami verso i 15 mesi e versi i 4 anni.
L'anatossina difterica
È un componente della vaccinazione polivalente. Il veleno contenuto nei germi difterici, detto tossina difterica, è trasformato in una sostanza innocua, l’anatossina, mediante un procedimento chimico. Questa anatossina difterica, quando viene iniettata, stimola l’organismo a costruire delle difese contro la tossina difterica. È una vaccinazione molto importante, perché la difterite è una malattia pericolosa per il bambino. Il bambino deve essere vaccinato con tre successive inoculazioni nella primissima infanzia, cui seguiranno i richiami a 15 mesi e dai 4 ai 6 anni, e poi ogni 10 anni. In questo modo il bimbo sarà quasi certamente protetto contro la difterite.
L’anatossina tetanica
È l’altro elemento che entra nella vaccinazione polivalente. Si ottiene dalla sostanza (tossina tetanica) contenuta nei germi del tetano; quando si fanno parecchie vaccinazioni, essa stimola l’organismo a formare lentamente la propria duratura immunità contro il tetano. Deve essere tenuta distinta dalla antitossina tetanica, che è un siero di cavallo che dà una immunità rapida ma soltanto temporanea.
Il tetano è una grave infezione che segue talvolta a un taglio o a una ferita. I germi si trovano di solito nel terreno e in altri luoghi, dove sono stati cavalli, mucche e letame. I germi si possono trovare anche, piuttosto spesso, nelle strade di città. É più facile inoltre che una ferita si infetti di tetano se è profonda. Una puntura profonda causata da un chiodo trovato in un granaio è quindi il tipo più pericoloso.
Molti credono che la stessa ruggine dei chiodi porti il pericolo del tetano: ma non è vero. La cosa importante è il luogo ove si trovava il chiodo o l’oggetto in questione.
Se un bambino che è stato vaccinato contro il tetano si ferisce in modo pericoloso, il medico gli fa un’altra vaccinazione di richiamo (sempre con anatossina tetanica) per maggior sicurezza. Tuttavia, non è necessario fare una vaccinazione di richiamo troppo spesso, ogni 5 anni basta. Se un medico non è sicuro che la vaccinazione sia stata fatta, per maggior sicurezza in questo caso userà il siero equino per fornire una protezione temporanea. Tutte queste ragioni vi dimostrano quanto sia importante avere con voi il libretto sanitario su cui sono segnate tutte le vaccinazioni, soprattutto quando il vostro medico non è consultabile.
La protezione data dalla anatossina tetanica si forma lentamente e raggiunge un buon livello soltanto dopo la seconda iniezione. Quindi non serve fare la prima iniezione quando il bimbo si ferisce, a quel punto il medico userà il siero equino per fornire una protezione immediata.
Si deve fare un’iniezione di richiamo verso i 15 mesi, un’altra tra i 4 e i 6 anni, quando il bimbo comincia a andare a scuola. Inoltre bisognerà ripetere la vaccinazione se il bimbo si ferisce gravemente, soprattutto poi, nel caso che siano già passati 5 anni dall’ultima vaccinazione.
Immunoglobuline (siero umano) e tossina antitetanica (siero equino)
Quando non si sa di sicuro se una persona che si è ferita ha fatto o no la vaccinazione antitetanica, si può proteggerla temporaneamente con un’iniezione di siero umano o di siero antitetanico di cavallo. Naturalmente quando una persona riceve passivamente l’immunizzazione da un altro essere umano o animale, questa protezione dura soltanto poche settimane, appena il tempo per salvarlo dal peggio. Il problema con il siero di cavallo è che esso produce facilmente la malattia del siero (con febbre ed esantema) dopo un paio di settimane. Inoltre l’individuo può diventare sensibile al siero di cavallo dopo un’iniezione, cosi è difficile iniettarlo una seconda volta, se non con grandi precauzioni. Quindi, se possibile, è meglio usare il siero umano. Ovviamente è il medico che decide.
Spesso succede che un bimbo oppure un adulto, non ancora completamente immunizzato dalla vaccinazione, si ferisca. In questo caso spetta ai genitori e al medico esaminare la profondità della ferita e le possibilità di infezione e prendere la decisione di fare un’iniezione di siero antitetanico di cavallo o no.
Naturalmente non è il caso di vaccinare per delle lievi ferite o dei graffi che il bimbo si fa giocando in casa o fuori, nella maggior parte dei casi un antibiotico somministrato dal medico è sufficiente.
Vaccinazione antipoliomielitica
Va somministrata a tutti i bambini a partire da 2 mesi di età, o comunque il più presto possibile. È un vaccino vivo, coltivato in laboratorio.
Vi sono tre virus che portano questa malattia e una persona per esserne perfettamente protetta deve prendere tutti e tre i tipi di vaccino. Si consiglia di somministrare la prima dose di questo vaccino trivalente quando il bimbo ha 2 mesi, la seconda a 4 mesi e la terza a 6 mesi. La quarta dose viene somministrata ad un anno di distanza (18 mesi) e la quinta in età scolare, verso i 5 - 6 anni.
Se vi è stato un ritardo fra la somministrazione di una dose e l’altra, l’unico rischio sarà durante il periodo del ritardo. La protezione sarà comunque abbastanza efficace, se si provvederà a somministrare tutte le dosi. Questo vaccino può essere somministrato contemporaneamente alle inoculazioni contro la difterite, pertosse e tetano.
Vaccino contro il morbillo
Anche questo vaccino è entrato in produzione da poco tempo e andrebbe inoculato in tutti i bambini a partire dall’anno di età, senza eccezioni. Nonostante molti pensino che il morbillo non sia dannoso all’organismo perché non dà conseguenze, è stato provato invece che serie complicazioni, come la nefrite, l’encefalite, la polmonite, derivano dai postumi di questa malattia. Per questa ragione il vaccino è molto importante. Prodotto con virus della stessa malattia, è stato attenuato da una lunga permanenza nell’embrione di un pulcino vivo. Non è necessario inocularlo prima dell’anno di età, perché una certa immunità viene al bambino dalla mamma. Le reazioni di questo vaccino, assai rare, sono molto blande a paragone della vera malattia.
Tuttavia, un bambino su dieci, circa una settimana dopo l’inoculazione, può avere la febbre anche piuttosto alta, che può durare da 1 a 5 giorni; e un bambino su dieci può presentare un’infiammazione cutanea lieve.
Prima o al momento stesso in cui si somministra tale vaccino, bisognerebbe anche fare la tubercolina, perché sia il morbillo che la vaccinazione contro il morbillo possono causare una lieve infezione tubercolare.
Vaccinazione contro gli orecchioni
Si consiglia di farla verso un anno, principalmente perché gli orecchioni possono provocare un’infiammazione agli organi genitali dei bambini o anche di uomini adulti, che può portare alla sterilità.
La vaccinazione contro gli orecchioni, il morbillo o la rosolia possono essere fatte contemporaneamente.
Vaccino contro la rosolia
La rosolia è una malattia non pericolosa, eccetto che durante i primi 3 mesi di gravidanza, quando può causare dei danni (anomalie) al feto.
Per prevenire simili tragedie, si raccomanda di vaccinare tutti i bambini quando hanno un anno. Se non lo si fa allora, ogni età è buona fino all’adolescenza. Dall’adolescenza in poi, la vaccinazione stessa, fatta durante i primi 3 mesi di gravidanza, può danneggiare il feto. Di conseguenza, è meglio non vaccinare dopo una certa età e quando vi è anche la minima probabilità di essere incinte. Non vaccinate i vostri bimbi prima che abbiano compiuto un anno; non servirebbe molto, perché fino a quell’età ereditano una immunizzazione temporanea dalla madre. Anche i maschietti devono essere vaccinati, oltre che le bimbe, perché possono trasmettere la malattia alla madre finché sono piccoli e alla moglie da adulti.
I vaccini contro gli orecchioni, il morbillo e la rosolia possono essere somministrati insieme.
La vaccinazione contro il vaiolo
Non è più considerata obbligatoria, dal momento che la malattia è praticamente scomparsa. Se ne sono avuti dei casi nel 1975 in Etiopia, Sudan, Pakistan e Bangladesh; di conseguenza la vaccinazione è ancora richiesta per coloro che devono recarsi in Africa, in Asia e in Sud America. Praticamente, le possibilità di prendere questa malattia sono assai rare piuttosto noiose sono invece le conseguenze della vaccinazione.
Questa vaccinazione può causare delle gravi reazioni a bambini afflitti da eczema o da altri disturbi cutanei. Questi bambini non debbono assolutamente venire a contatto con qualcuno che è stato vaccinato di recente per paura che il pus che si crea dopo la vaccinazione possa, senza che il genitore se ne accorga, vaccinarli.
Se si rende necessario vaccinare un bimbo con eczema, perché vi è pericolo di prendere il vaiolo, la vaccinazione deve essere accompagnata da un’iniezione di immunoglobuline (siero umano).