In questo paragrafo descriveremo due tipi di disturbi alquanto diversi, ma che possono essere in rapporto fra loro. Il primo è la colica (dolore acuto intestinale). Il bambino solleva le gambe per il dolore urla a pieni polmoni e può emettere gas dall’intestino. Il secondo è l’eccessivo pianto irritativo. Il bambino, anche se ha avuto da mangiare in abbondanza, piange disperatamente per ore intere senza nette manifestazioni di dolore o di meteorismo (formazioni di gas nell’intestino). Può star tranquillo finché lo tenete in braccio e lo portate a spasso. Un bambino ha la colica, un altro presenta il pianto irritativo, un terzo sembra colpito da entrambe le forme. Queste due forme possono essere in rapporto fra loro, perché entrambe cominciano fra la seconda e la quarta settimana e scompaiono quando il bambino raggiunge i tre mesi. Entrambe danno disturbi più spesso fra le 18 e le 22.
La storia più comune è la seguente: il neonato stava buono e tranquillo in ospedale, ma, pochi giorni dopo il ritorno a casa, improvvisamente ha una crisi di pianto che dura tre o quattro ore continue. Uno dei genitori lo cambia, gli muta posizione gli dà un goccio d’acqua ma non serve a nulla. Dopo un paio d’ore ci si chiede se per caso non abbia fame anzitempo, perché sembra che il bimbo cerchi di mettersi qualcosa in bocca. Si fa scaldare allora il biberon e il bambino dapprima lo prende volentieri, ma, prima che si finito, lo lascia andare e riattacca a piangere. Il pianto spesso continua per tutto l’intervallo di quattro ore fra un pasto e quello successivo. Quando ha finito il suo biberon successivo regolare, miracolosamente starà meglio.
Molti bambini presentano soltanto alcuni attacchi, distribuiti nei primi mesi. All’altro estremo c’è il neonato che ha disturbi ogni notte, finché compie 3 mesi (ecco perché i casi più gravi sono sempre stati chiamati coliche dei 3 mesi). In casi rari si possono avere coliche fino ai 6 mesi e più.
Un dato bambino sarà molto regolare nella colica o nel pianto irritativo. Dormirà come un angioletto dopo ogni pasto tranne uno e urlerà sempre dalle 18 alle 22 o dalle 14 alle 18. Un altro distribuisce il suo malumore in un periodo più lungo e i genitori dicono: « Dorme come un angelo tutta la notte, ma strepita un bel po’ per mezza giornata ››. Questo bambino non è « cattivo ›› come quello che dorme tutto il giorno e strepita per mezza nottata. Un altro comincia a farsi irrequieto di giorno e poi a poco a poco passa alla notte o viceversa. Il pianto da colica comincia più spesso dopo un pasto, talvolta immediatamente dopo, talaltra mezz’ora più tardi o quasi. Quindi, è diverso dal pianto del bambino affamato che di solito avviene prima del pasto.
I genitori si disperano nel vedere un bimbo così infelice e pensano vi sia qualcosa di grave. Si chiedono fino a quando il bimbo potrà andare avanti così senza esaurirsi di stanchezza e fino a quando loro potranno sopportare questo. La cosa strana è che il bambino, affetto da colica o che piange, di solito prospera dal lato fisico. Nonostante le ore di pianto, continua a crescere di peso più del normale: ha molta fame, manda giù tutto il pasto e sembra che ne voglia sempre di più.
Quando un bambino comincia ad avere coliche, il primo pensiero della madre è che l’alimentazione non sia adatta.
Se è allattato al seno, pensa che sia colpa del suo latte. Se prende la pappa, si chiede se non sia necessario qualche mutamento fondamentale. Il cambiar la pappa può apportare un miglioramento in alcuni casi, ma non in tutti. È facile capire che la qualità dell’alimentazione non è la causa principale delle coliche. Altrimenti perché il bambino dovrebbe digerire perfettamente quattro pasti al giorno su 5, ed avere disturbi soltanto alla sera? La colica si verifica con latte materno, con latte vaccino e con tutti i tipi di pappe. Qualche volta è possibile che il succo d’arancia sia la causa determinante.
Non conosciamo la causa principale di gran parte delle coliche e dei pianti irritativi. Un’ipotesi è che entrambe le forme siano dovute a una tensione periodica nel sistema nervoso ancora imperfetto del neonato. Alcuni bambini permangono ipertonici. Il fatto che il disturbo sia più frequente di sera o nel tardo pomeriggio, fa sospettare che la stanchezza vi abbia una certa parte. Molti neonati sotto i 3 mesi sono tranquilli fin proprio al momento di addormentarsi. Ma, invece di mettersi a dormire tranquillamente, devono emettere almeno qualche urlo penetrante.
Trattamento della colica
La cosa più importante per i genitori è di riconoscere che questa forma è piuttosto comune, che non sembra pericolosa per il bambino, ma che al contrario compare più spesso nei bambini che crescono e si sviluppano bene e che probabilmente scomparirà dopo i 3 mesi, se non prima, senza lasciare alcuna conseguenza. Se i genitori accettano la situazione restando calmi e rassegnati, la battaglia è vinta a metà.
Alcuni bambini affetti da colica sembrano avere un netto miglioramento quando fanno una vita quieta e tranquilla, cioè quando dormono in una stanza isolata e sono trattati piano e delicatamente, gli si parla adagio, non vedono estranei (almeno da vicino), non sono tormentati in alcun modo e stanno lontani dai luoghi rumorosi all’aperto, o magari, nei casi estremi in città, non escono affatto finché la situazione non migliora. Il bambino affetto da colica deve, come gli altri, avere compagnia, essere cullato e ricevere sorrisi, ma tutto ciò va fatto gentilmente. È importante fargli fare il ruttino dopo i pasti. I genitori devono tenersi sempre in contatto con il medico, informarlo della situazione.
Ma supponiamo che non sia possibile trovare subito il medico. Quali rimedi casalinghi potranno giovare? In molti casi il rimedio più efficace è il ciuccio sebbene non incontri la simpatia di tutte le mamme e dei medici. Il bimbo affetto da colica si troverà di solito meglio se giace sullo stomaco. Proverà ancora più sollievo se lo si sdraia sulle ginocchia della mamma o del padre, o sopra una borsa d’acqua calda, strofinandogli la schiena.
Per il giusto calore della borsa dell’acqua calda dovrete essere in grado di appoggiarvi il polso senza scottarvi e senza che vi dia fastidio. Per maggior sicurezza, avvolgetela in un panno prima di appoggiarvi vicino il bimbo. Dovete prendere il bimbo in braccio o cullarlo dolcemente o portarlo a spasso qua e là, quando ha la colica? Anche se ciò fa cessare il pianto, lo si vizierà? Oggi non abbiamo più tanta paura di viziare un bambino, come una volta. Se si consola il bambino quando è scontento, di solito egli non chiederà più quella consolazione, quando non è scontento. Se un bambino strilla per la colica o perché irritato e non sembra star meglio se lo si prende in braccio o lo si culla, è meglio non abituarlo a stare tanto in braccio.
Alcuni neonati insolitamente nervosi e tesi hanno bisogno di essere visitati dal medico. Molti di loro migliorano sensibilmente crescendo, ma i primi 2 o 3 mesi possono essere difficili sia per i bimbi sia per i genitori.
È un compito arduo per i genitori di questi bambini
Se vostro figlio soffre di colica o è nervoso, di solito si calma quando lo prendete in braccio, ma dopo pochi minuti ricomincia a urlare come se rifiutasse ogni conforto. Agita le braccia e tira calci. Sembra arrabbiato anche con voi, e ciò vi amareggia. Siete in pena per lui e vi sentite impotente e colpevole. Il bambino diventa sempre più furioso e vi respinge. Voi stessi vi irritate, naturalmente, pur cercando di non lasciarlo trapelare. Arrabbiarvi contro una piccola creaturina vi fa sentire colpevoli e allora tentate di soffocare questa sensazione, il risultato è che diventate sempre più tesi e irritabili.
È assolutamente normale che di tanto in tanto i genitori si arrabbino e non è il caso che ve ne facciate una colpa. Ammettetelo tranquillamente e rideteci sopra col marito o con la moglie, questo vi aiuterà a considerare e a sopportare la situazione con più serenità. Un’altra cosa da tenere a mente è che il bimbo non è arrabbiato con voi, non sa neppure di essere un essere umano e che anche voi lo siete. Durante il primo mese di vita, se un dolore si irradia nel suo sistema nervoso, automaticamente tutto il suo corpo si agita, così come quando, dando un colpo al ginocchio, la gamba si muove di riflesso.
Se avete avuto la sfortuna di avere una bambina che piange molto per coliche intestinali o perché è di natura irritabile e nervosa, dovete pensare anche a voi stessi. Se siete il tipo che una volta che ha capito che non c’è niente di serio e che, dopo aver fatto tutto il possibile, non si preoccupa molto, tanto meglio. Molti genitori, invece, diventano ansiosi e si disperano, soprattutto se è il primo bimbo, quando lo sentono piangere. Questo è particolarmente vero per la madre, se passa la maggior parte del suo tempo con il bimbo. Dovrebbe sforzarsi di uscire almeno per qualche ora, un paio di volte alla settimana o anche più spesso, se le è possibile. Se il padre non può rimanere a casa con il bimbo, prendete una baby-sitter oppure chiedete a un’amica o a una vicina di sostituirvi per qualche ora. In genere le madri sono esitanti nel fare questo, per una serie di ragioni: non vogliono scaricare il bambino sulle spalle di qualcun altro, pensano di non riuscire a rilassarsi se stanno lontane dal bimbo per troppo tempo. È molto importante, invece, che la madre si conservi serena e calma, per lei stessa, per il bimbo e per il marito. Se non riuscite a trovare una baby-sitter, fate i turni con vostro marito, una volta uscite voi e lui sorveglia il bimbo la sera, un’altra volta uscirà lui per andare al cinema o in visita dagli amici.
È inutile sacrificarsi in due, il bambino poi non ha bisogno di due genitori preoccupati che lo sorveglino contemporaneamente. Ricordatevi che tutto ciò che vi aiuterà a conservare un certo equilibrio, che tutto ciò che vi impedirà di preoccuparvi eccessivamente per il bimbo aiuterà voi, il bambino e tutta la vostra famiglia.