Il pianto del neonato che significato ha?

Può essere un problema importante nelle prime settimane, soprattutto se si tratta del primo bambino. Supponiamo si tratti di una bimba. Quando avrà compiuto un mese, conoscerete i suoi cambiamenti d’umore e il significato dei suoi diversi modi di piangere. Dovete ricordarvi che il pianto nel bambino di poche settimane ha raramente un significato grave.

Parecchie domande vengono alla mente. Ha fame? È bagnata? Ha fatto indigestione? È malata? Ha preso qualche vizietto? È stanca? Molti genitori non pensano al pianto per stan- chezza, mentre èuna delle cause più comuni.

Ma ci sono molti pianti che non si possono spiegare con una di queste cause. Molti bambini, dopo le prime settimane, hanno periodi di agitazione che non sappiamo spiegare bene. Se piangono sempre a una data ora verso sera, parliamo di colica (se c’è dolore, tensione e uscita di gas intestinale) o di pianto irritativo periodico (se non c’è tensione). Se la bimba è sempre un po’ agitata giorno e notte, diciamo appunto che si tratta di una bambina nervosa. Se è molto tesa e irrequieta, parliamo di bambina ipertonica.

In realtà non conosciamo il significato di questi tipi di comportamento, sappiamo soltanto che si verificano e che scompaiono, dopo i 3 mesi. Il periodo che va dalla nascita al terzo mese è un periodo di adattamento del sistema nervoso e del sistema digerente, e alcuni bambini stentano a raggiungere un equilibrio. Comunque ricordate che non si tratta di cosa grave.

È fame?

Qualunque sia il tipo di alimentazione (a orario o a richiesta), presto imparerete a conoscere le abitudini della bimba; ciò vi aiuterà a capire se piange per fame. Se ha mangiato meno di metà del pasto normale e si sveglia dopo un paio d’ore, può darsi che abbia fame. In tal caso datele di nuovo da mangiare, ma non è una regola. Può anche succedere che dorma tranquilla tutte le sue quattro ore di intervallo, anche senza aver mangiato tutto il suo pasto solito. Se ha mangiato un pasto normale e si sveglia dopo meno di due ore, è improbabile che abbia fame; se accade verso sera, è facile si tratti di colica. Lasciatela piangere o datele il ciuccino per calmarla. Se strilla pero dopo due ore e mezzo o tre dall’ultimo pasto, può essere già fame.

Può darsi che la pappa o il latte materno non basti più alla bimba o il latte stia diminuendo. Questo non accade naturalmente all’improvviso, da un giorno all’altro, ma richiede un certo tempo. La bimba per parecchi giorni finirà il biberon in fretta e comincerà a guardarsi intorno in cerca di un altro. Comincerà a svegliarsi e a piangere un po’ prima della poppata normale, ma non molto prima. Nella maggioranza dei casi, è solamente dopo che si è svegliata per parecchi giorni in anticipo sull’orario, a causa della fame, che comincerà a piangere anche dopo mangiato.

Di solito il latte materno aumenta in relazione all’appetito del lattante, e tanto più frequente e completo è lo svuotamento del seno, tanto maggiore sarà lo stimolo a produrre più latte. Di tanto in tanto accade però che, se una madre è stanca o tesa, la produzione di latte diminuisca. Eccovi una regola pratica su come comportarsi in questi casi: se la bimba piange già da un quarto d’ora e sono passate più di due ore dall’ultimo pasto, o anche meno di due ore da un pasto leggero, datele pure da mangiare tranquillamente. Se questo la soddisfa e la fa addormentare subito dopo, vuol dire che avete fatto la cosa giusta. Se invece piange e non sono ancora passate due ore da un pasto completo, è improbabile che abbia fame; lasciatela piangere e frignare se ce la fate a sopportarla, datele un ciuccio ed aspettate di vedere se si decide a riaddormentarsi. Se invece continua a piangere più del solito, non le nuoce se provate a darle ancora da mangiare. La prima volta che avete l’impressione che il latte materno sia insufficiente, non datele subito l’aggiunta con il biberon, insistete invece con il seno, per stimolare la produzione di latte

È malata?

I neonati prendono raffreddori e infezioni intestinali nei primi mesi di vita, ma quelli si manifestano con secrezione nasale e tosse, e queste con scariche diarroiche. Altre infezioni sono piuttosto rare. Se la bimba non soltanto piange, ma ha anche un aspetto e un colorito diversi dal solito, misuratele la temperatura e consultate il medico.

Piange perché è bagnata o sporca?

Alcuni bambini sembrano a disagio se bagnati, altri non ci badano affatto. Potete comunque cambiare i pannolini.   

È indigestione?

Cercate di farle fare il ruttino di nuovo, anche se ha già ruttato prima.

È viziata?

Sebbene i neonati più grandicelli possano essere viziati, nel primo mese di vita la bimba piange probabilmente non per questo motivo

È stanca?

Quando un neonato è rimasto sveglio a lungo o ha avuto molti stimoli (ha visto estranei, ha giocato coi genitori), diventa irritabile e fa fatica ad addormentarsi. Se i genitori insistono nel distrarlo è ancora peggio.

Alcuni bambini piccoli sembrano non riuscire mai ad addormentarsi pacificamente. La stanchezza provocata dallo stare svegli produce una specie di tensione che essi devono in qualche modo superare prima di potersi addormentare. Devono quindi piangere e qualche volta lo faranno disperatamente. Poi, gradualmente o anche all’improvviso, il pianto cessa ed essi si calmano. Così se la vostra bambina piange dopo essere stata a lungo sveglia e dopo aver mangiato, date per scontato innanzitutto che sia stanca e mettetela a letto. Lasciatela piangere e quando pensate sia il momento di intervenire, aspettate altri 5 minuti. Alcuni bimbi si addormentano prima se vengono lasciati stare nella culla e questo risultato è quello che voi dovete cercare di raggiungere. Altri bimbi, invece, quando sono tesi e sovraffaticati, si rilassano prima se vengono cullati gentilmente nella carrozzina o in braccio e, possibilmente, al buio. Questo si può fare di tanto in tanto quando la bimba o il bimbo è particolarmente teso; è meglio però non dare loro questa abitudine e non andare avanti per delle settimane addormentandoli con questo sistema. Potrebbero abituarcisi al punto di non potervi più rinunciare, anzi. al punto di chiedere sempre di più, con il risultato di innervosirvi prima o poi.

Bambini nervosi

Specialmente i primogeniti hanno crisi di agitazione nelle prime settimane di vita, che possono alternarsi a lungo con periodi in cui dormono pesantemente, tanto che è difficile svegliarli. Alcuni però sono sempre troppo nervosi; non sappiamo se la causa sia imputabile a indigestione o a irritabilità e instabilità del sistema nervoso ancora immaturo. Si tratta di un fenomeno passeggero.

Si può provare a dar loro il ciuccio, oppure a farli dormire bene avvolti in una coperta. Alcuni genitori e infermiere molto pratiche insistono sulla teoria che un bambino nervoso e teso, si acquieta se dorme in uno spazio limitato, in una piccola culla di vimini, una culla portatile, molto ben avvolto in scialli e coperte. Se avete la carrozzina o una culla, provate se il dondolio lo calma. Una passeggiata in automobile può essere l’ideale, ma, appena tornate a casa o anche solo se vi fermate a un semaforo, può tornare a agitarsi. Provate se si calma con un peluche o con la musica.

Bambini ipertonici

Sono quelli eccessivamente tesi e irrequieti nelle prime settimane. Il loro corpo non riesce a rilassarsi bene. Sobbalzano a ogni rumore e a ogni cambiamento brusco di posizione. Si spaventano da morire se, mentre giacciono supini rotolano per caso su un fianco, se una persona li tiene troppo stretti tra le braccia o se vengono spostati troppo bruscamente. Non si rilassano mai, non amano fare il bagno nei primi mesi e hanno periodi di pianto irritativo o coliche.

È bene tenere questi bimbi in ambienti molto tranquilli: stanze silenziose, poche visite, voci basse. Bisogna maneggiarli piano e con mano ferma, posarli su un cuscino ricoperto di plastica quando si cambiano e fare delle spugnature invece del bagnetto. Tenerli ben avvolti in una copertina quasi sempre, farli dormire a pancia in giù in una piccola culla.